Nascondiamoci, arriva Rouhani!
In occasione dell’incontro istituzionale tra Matteo Renzi e il Presidente iraniano Hassan Rouhani sono state coperte su tutti i lati le statue del Campidoglio ritenute più “disdicevoli”, questo per non urtare la sensibilità culturale e religiosa di Rouhani. La scelta strategica e non priva di ipocrisia ha portato ben presto allo scoppiare di una bufera: i nudi esposti in Campidoglio rappresentano infatti una vittoria Rinascimentale del popolo italiano, la conquista di uno spazio laico sottratto alla religiosità, il transito dalla fede alla conoscenza e la virtù della tolleranza. Come al solito, l’Italia si fa riconoscere, e forte delle sue solite crisi di remissività stende un velo pietoso sui suoi valori per non infastidire quelli di qualcun altro. Quello che viene spacciato come un atto di sensibilità e apertura culturale risulta, ad uno sguardo attento, nient’altro che l’ennesimo gesto bigotto e provinciale: nascondiamo le statue oscene per l’ospite importante (e soprattutto pagante), ma non eliminiamo i crocifissi dalle aule per garantire libertà a nessuno, nemmeno agli italiani stessi.
E così la Venere Esquilina si trova, dopo più di 500 anni, ad essere rinchiusa in uno scatolone, stessa sorte per il Dioniso degli Horti Lamiani e per un paio di gruppi monumentali, soffocati nel cartone per non far arrossire il presidente, confermando un vecchio proverbio che recita “occhio non vede, cuore non duole”. Ma non è tutto, a quanto pare la scelta italiana di rinunciare alla sua libertà riguarda anche il banchetto, in cui, a differenza di quello francese, non era presente vino. Una scelta di per sé non grave come la copertura delle statue, ma ennesimo sintomo di insicurezza culturale e inferiorità morale di un paese che non ha il coraggio di affermare la propria identità ma si plasma a seconda di chi ha davanti, abbattendo anche i suoi simboli più importanti. Gli Inglesi dicevano “When in Rome, do as the Romans do”, che oggi vorrebbe dire: nasconditi.