Ripresa dei negoziati israelo – palestinesi
Dopo uno stallo durato oltre tre anni, e a seguito dell’approvazione di un piano di liberazione di 104 prigionieri palestinesi, riprendono, sotto gli auspici degli Stati Uniti, i negoziati tra Israele e la Palestina.
Le trattative avevano subito una battuta d’arresto nel 2010, per via del rifiuto di Israele di prorogare il blocco di nuovi insediamenti.
Secondo John Kerry sarà possibile pervenire ad un accordo entro nove mesi. È questo il fulcro delle dichiarazioni rilasciate dal segretario di Stato americano al termine dell’incontro di Washington tra le delegazioni israeliana e palestinese guidate, rispettivamente, dal ministro della giustizia Tzipi Livni e dal capo negoziatore Saeb Erekat. Lo scopo sarebbe quello di arrivare ad un incontro tra il Primo Ministro israeliano e il Presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen.
Per la fazione palestinese, la premessa necessaria per il prosieguo dei negoziati è che si blocchi l’espansione delle colonie. L’ipotesi di una moratoria sui nuovi insediamenti ha attirato le critiche del governo nei confronti del premier Netanyahu e la decisione di scarcerare i prigionieri ha diviso l’esecutivo.
Il processo di pace ha visto quest’anno un forte coinvolgimento da parte degli Stati Uniti, dapprima col viaggio di Obama in Israele, e poi con l’incontro Kerry – Livni a Roma. La Casa Bianca ha, inoltre, ben accolto la notizia del rilascio dei detenuti, commentando «L’amministrazione saluta con soddisfazione il voto di ieri da parte del governo d’Israele, che vede come un positivo passo avanti all’interno del procedimento. Il primo Ministro Netanyahu ha pubblicamente detto che considera molto importante entrare nel processo diplomatico e che ci sono momenti come questo dove occorre prendere decisioni difficili per il bene del Paese».
Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney riconosce che ci si trova ancora ad uno stadio iniziale che presenta ostacoli significativi, ma aggiunge che gli Stati Uniti continueranno a giocare un ruolo nell’incoraggiare le parti ad andare avanti.
Il responsabile dei rapporti con la stampa Josh Earnest ha commentato che un buon risultato dei negoziati potrebbe avere un impatto sull’intero Medio Oriente a riguardo di un attenuamento delle tensioni e della promozione di una maggiore stabilità.
In una dichiarazione congiunta, le Nazioni Unite, la Federazione Russa, gli Stati Uniti e l’Unione Europea si dicono determinate a prestare il proprio effettivo supporto alle parti e il Segretario Ban Ki – moon si dice incoraggiato dagli “sviluppi positivi” in merito alla ripresa dei negoziati e fa appello ad entrambe le parti affinché si adoperino per la soluzione dei due Stati.
Claudia Pellicano