Unioni civili: tutto in 10 punti
Il disegno di legge a firma Monica Cirinnà, deputata del Partito Democratico, introduce le unioni civili in Italia. Il Bel Paese è tra gli ultimi nell’Unione Europea in termini d’avanguardia legislativa nel riconoscimento di diritti delle coppie LGBT. Ma quali sono le novità introdotte dal ddl Cirinnà? Ecco i dieci punti da tenere in considerazione.
1- UNIONI CIVILI. L’unione civile si costituirà davanti ad un ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni, così verrà registrata nel registro comunale. Un documento certificherà l’unione civile e questo dovrà includere: i dati anagrafici della coppia, il regime patrimoniale e la residenza. La coppia avrà la possibilità di scegliere uno dei due cognomi o adottarli entrambi.
2- IMPEDIMENTI. Gli impedimenti a costituire l’unione civile sono molto simili a quelli che impediscono di contrarre matrimonio, disciplinati dal codice civile. Matrimonio con altra persona, interdizione per infermità mentale, legame parentale, condanna per omicidio tentato o consumato di coniuge dell’altro sono i principali impedimenti alla costituzione dell’unione civile.
3- STEPCHILD ADOPTION. Letteralmente “adozione del figliastro”, è l’istituto giuridico che permette l’adozione da parte di uno dei due componenti della coppia di adottare il figlio naturale o adottivo dell’altro.
4- REGIME GIURIDICO. Diritti e doveri reciproci della coppia legata in unione civile quindi figli, residenza, concorso di oneri, abusi, scioglimenti dell’unione, ecc. A tutto questo si applicano gli articoli già presenti nel codice civile.
5- ASSISTENZA. L’assistenza sanitaria, in carcere, la comunione o separazione dei beni, il subentro nel contratto d’affitto, il diritto alla reversibilità in pensione, tutto questo viene riconosciuto anche alle coppie legate in unione civile.
6- L’ITER DELLA LEGGE. Le Civil Partnership erano state inizialmente inserite tra quei provvedimenti di cui Matteo Renzi prometteva l’approvazione nei primi cento giorni del suo Governo. Il primo sì alle Unioni arrivò il 26 marzo 2015 con l’approvazione del testo base da parte della commissione Giustizia in Senato. Seguirà il 20 giugno 2015 il Family Day, migliaia di persone riunite a favore della famiglia tradizionale, il disegno di legge verrà così rinviato a dopo l’estate. Il 2 settembre la commissione giustizia emenda il testo per operare una netta distinzione tra le unioni civili e l’istituto del matrimonio. Lo scontro si ravviva e a ottobre il Senato incardina il testo in Aula, nuovo stop al ddl e il Ministro Maria Elena Boschi annuncia lo «slittamento a gennaio». Gennaio 2016 apre con una forte contrapposizione sulla stepchild adoption, così il 28 gennaio il testo approderà in Senato mentre per il 30 gennaio sarà previsto un nuovo Family Day.
7- POLITICI. Molti esponenti del panorama politico italiano, trasversalmente, si sono dichiarati a favore del ddl Cirinnà: la maggioranza del Partito Democratico, la presidente della Camera, Laura Boldrini, vari esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno detto sì alle unioni civili. Di diverso avviso i partiti di centro destra, il ministro Angelino Alfano, la ministra Beatrice Lorenzin, vari esponenti di Forza Italia e della Lega Nord hanno espresso diverse perplessità verso il disegno di legge e in alcuni casi hanno dichiarato la loro espressa contrarietà.
8- PIRELLONE VS PIAZZA DEL PLEBISCITO. Accesa polemica per l’aperto schieramento da parte della Regione Lombardia nei confronti del Family Day. Un segnale forte da parte del governo della Regione che ha deciso di illuminare la facciata del Pirellone con la scritta: “Family Day”. Sostegno di tutt’altra radice da parte del Comune di Napoli che ha invece dichiaratamente illuminato Piazza del Plebiscito con i colori arcobaleno simbolo della comunità LGBT.
9- SOCIETA’ CIVILE. Divisioni anche nella società civile, scontri ideologici sul web e in piazza. Più di 100 piazze hanno infatti manifestato a favore del ddl Cirinnà sabato 23 gennaio mentre il Family Day è preannunciato per il 30 gennaio. L’hashtag #SvegliaItalia ha unito la Penisola da Roma a Milano sino a Palermo, Perugia,Napoli e Catania ma anche all’estero sino a Londra, Copenaghen, Dublino, Boston e Francoforte. Virale anche il video “Sì, lo voglio” attraverso la quale molti esponenti del mondo dello spettacolo, artisti e volti noti hanno scelto di manifestare la loro solidarietà a favore delle unioni civili.
10- GIOVEDì 28 GENNAIO. L’ardua sentenza passerà per il Senato giovedì 28 gennaio, il quorum necessario per l’approvazione del disegno di legge richiederà 161 voti favorevoli, determinante sarà il ruolo delle opposizioni e della minoranza interna al Partito Democratico.