Roma con la coda tra le gambe allo Juventus Stadium
Il big match tra Juventus e Roma ha fatto emergere tutti i limiti e le paure della squadra giallorossa. Doveva essere la partita della svolta, preparata colpi di sedute tattiche da Luciano Spalletti, che per l’occasione ha apparecchiato la difesa a tre, arretrando De Rossi accanto a Manolas e Rudiger. Ma le chiacchiere sui tatticismi lasciano il tempo che trovano, i problemi di questa squadra sono ben più grandi e la Juventus, come sempre, ne ha approfittato.
La partita è stata di facile lettura fin dai primi minuti. La Juventus si è messa da subito alla ricerca del varco giusto, con consapevolezza, equilibrio e coesione. La Roma si è arroccata in difesa a tamponare, senza riuscire mai a ripartire con determinazione. Senza pressare il portatore di palla, senza aprirsi a “ventaglio” una volta recuperata la sfera, senza sovrapposizioni ( con la difesa a tre possiamo avanzare di qualche metro Digne e Florenzi, diceva Spalletti…), senza uno straccio di assist al povero Dzeko, isolato lì davanti e accusato di un inevitabile digiuno. E pensare che con Garcia almeno il contropiede riusciva meglio.
Tutto ciò, non è certo colpa di Spalletti e delle sue innovazioni tattiche ed anzi, lui in questo gioco lui sembra esserne vittima quanto lo è stato Rudi Garcia.
È un problema di testa, di mentalità. Perché ieri in campo sono scesi dei giocatori insicuri, impauriti. E non lasciamoci ingannare dall’ aggressività con cui De Rossi e Rudiger hanno randellato fin dai primi minuti, l’ agonismo è ben altra cosa. Quelli di ieri sera non erano lupi, ma 10 chihuahua (salviamo Nainggolan, che andava in pressing da solo e poi si guardava dietro, perplesso…) che abbaiavano nascondendosi dietro la gamba del padrone . Almeno i cani il padrone ce l’hanno. Il Presidente giallorosso invece sta a Boston, e chi ne fa le veci pecca di mentalità quanto i giocatori. Anzi, peggio. Perché i dirigenti fanno finta che tutto vada per il verso giusto. Baldissoni a fine partita, parlando delle mosse di mercato ha addirittura “ammesso” che la Roma è già forte così, migliorarla è difficile. Figuriamoci quanto sarà difficile recuperare i punti che li dividono dalla Champions, con questa mentalità.
Tutt’altro discorso per Napoli e Juventus, ovviamente. Avendo parlato a lungo dei problemi giallorossi, i meriti della Juventus rischiano di passare addirittura in secondo piano. Eppure, la squadra di Allegri ha già raggiunto le 11 vittorie consecutive, chiunque scende in campo lo fa da vero soldato e questo è il sogno di ogni allenatore. Dybala, l’eroe di ogni domenica, è “solo” l’ultima fase di un meccanismo che funziona alla perfezione. Questa è la vera forza della Juventus.
Stesso discorso per il Napoli di Sarri, che ne ha rifilati 4 anche alla Sampdoria. Questa squadra si diverte a giocare a calcio, pur facendolo con una cattiveria agonistica fuori dal comune. Higuain, al ventunesimo gol in 21 gare , ha esultato come se fosse stato il primo gol in carriera e, insieme a Insigne, costituisce una delle coppie di attacco più prolifiche di Europa, alle spalle di Suarez-Neymar , CR7-Benzema e Lewandowski-Muller. Ben altri numeri quelli dell’ Inter di Mancini, che dopo il passo falso contro il Carpi ha ammesso che anche un cinquantenne avrebbe segnato i gol sbagliati da Icardi e compagni. Insomma, dopo un girone di andata molto equilibrato, alcune big iniziano a dare segni di cedimento. È la legge del più forte.