Kenya: il primo massacro della storia
Sembrerebbe risalire a 10.000 anni fa il primo massacro di massa, una vera e propria uccisione di gruppo, la prima avvenuta nella storia dell’uomo. Un gruppo di antropologi ha, infatti, rivelato dei resti, conservatisi in buone condizioni, in Africa, più precisamente nella città di Nataruk, in Kenya. Lo studio dei resti è stato documentato sulla rivista Nature e sembrerebbe il primo “genocidio” avvenuto, probabilmente, tra clan nomadi appartenenti a due diverse famiglie. I resti dei cadaveri sono stati ritrovati a Nataruk e i loro corpi rinvenuti nei pressi di una laguna, conservati insieme al limo e ai vari sedimenti disposti sul fondo della laguna. Il gruppo di cadaveri ritrovati, presentava dei corpi che in vita erano stati legati, probabilmente uccisi a colpi di frecce e poi gettati in una fossa comune.
L’articolo descrive dettagliatamente, attraverso un report di 17 pagine pubblicato sulla rivista Nature, il ritrovamento dei resti e rappresenta una vera e propria scoperta in ambito antropologico e archeologico, dal momento che oltre a rivelare dei corpi di 10.000 anni fa, di cui rimangono gli scheletri, ma comunque conservati in buone condizioni, dimostra come già in quegli anni potesse esserci un conflitto tra clan rivali che ha appunto dato luogo al tragico massacro. Tutto ciò è confermato dall’antropologa che ha curato il ritrovamento, la dott.ssa Marta Mirazon Lahr dell’Università di Cambridge. Il ritrovamento, spiega la Lahr, rappresenterebbe la prima vera prova di un conflitto tra uomini e potrebbe dimostrare come effettivamente hanno avuto origini le guerre, quindi rappresenta una vera e propria svolta dal punto di vista antropologico, per comprendere al meglio ciò che riguarda i comportamenti umani. Gli scheletri ritrovati sono 12 e comprendono corpi di uomini, donne e bambini. Il ritrovamento è avvenuto a Nataruk, nei pressi delle rive di una laguna, dove appunto anticamente doveva esserci un terreno fertile, che ne ha reso possibile la conservazione, mentre oggi è una zona prettamente desertica. Il modus operandi del massacro è avvenuto in modo differente, infatti alcuni corpi sembrano essere stati trafitti da frecce (di cui rimangono le punte in ossidiana), altri picchiati a morte o comunque con forti traumi e ferite varie. Tra i primi corpi estratti emerge quello di un bambino piccolo e quello di un uomo picchiato a morte.
Ma, sicuramente, il ritrovamento che lascia perplessi è quello dello scheletro di una donna incinta legata ed uccisa; ciò è dimostrato dal ritrovamento di alcuni resti del feto, che probabilmente può datarsi tra le 6 e le 9 settimane, nell’addome della giovane donna. Dunque, sicuramente, un vero e proprio massacro che fa capire come le inimicizie tra i due clan non si siano fermate neanche di fronte alle donne e ai bambini. Il ritrovamento dei resti, come spiegato anche dall’antropologa Lahr, fa crescere il dibattito sulle origini della guerra fra gli uomini. Infatti nella storia umana, non ci sono tracce e fonti archeologiche così antiche che dimostrino un vero e proprio massacro di gruppo, nonostante esistano prove di scontri e violenze. L’antropologa parla di una vera e propria importante scoperta che possa far capire ancora di più le dinamiche antropologiche primitive umane, che poi hanno portato l’uomo ad essere ciò che è oggi. Quindi la prima strage documentata della storia, risalirebbe a più di 10.000 anni fa, con un massacro feroce di uomini donne e bambini e probabilmente in esso si racchiudono le origini della violenza dell’uomo odierno, che sono alla base dei più grandi conflitti mondiali.