NBA: Curry batte James per k.o.
Serata di exploits individuali e di tempi supplementari nel Martin Luther King Day. Si è partiti dalla mattinata per chiudere con la vittoria in tarda notte dei Clippers su Houston. Al centro della scena la sfida fra le due finaliste della scorsa edizione: l’esito ha fatto molto male in Ohio. Curry dominatore assoluto.
La regular season sarà pure uno show di sei mesi in attesa dei playoffs, però stanotte le ambizioni dei Cavs hanno subìto un duro colpo. I favoriti dell’Est ospitavano Golden State, a meno di un mese di distanza dalla partita natalizia in California, vinta di misura dai detentori. I Warriors venivano dalla quarta sconfitta stagionale, a Detroit, ma tornare sul parquet che sette mesi fa diede loro il titolo ha esaltato le qualità dei ragazzi di Walton.
“Lo spogliatoio profumava ancora un poco di champagne” ha detto Curry, che opposto all’altro miglior giocatore del pianeta ha sfoderato l’ennesima prestazione da Mvp. 35 punti in 28′ di impiego, sette triple realizzate, un layup sul 57-32 effettuato dopo aver sottratto palla proprio a LeBron, un simbolo dell’ impotenza mostrata dai padroni di casa. Golden State è passata 132 a 98, andando in fuga da subito, trovandosi nel terzo periodo anche sul +43. Si è rivisto il sontuoso Iguodala versione finals, ormai la bravura di Green non sorprende più nessuno. James limitato e per nulla aiutato dai compagni, Irving e Love disastrosi, JR Smith addirittura cacciato durante il terzo quarto per un colpo rifilato a Barnes.
I Clippers consolidano il quarto posto ad Ovest con un 140 a 132 ottenuto all’overtime contro Houston. E’ stata la serata di JJ Reddick, carrer high a 40 punti con 9 triple, primato di franchigia, così come le 22 totali dalla squadra. Non è bastato ai Rockets uno straordinario Howard a rimbalzo.
Memphis ha sfruttato al meglio la serie di match casalinghi per risalire la graduatoria, laborioso il 101 a 99 su New Orleans, che ha pagato i 4′ senza canestri a metà dell’ultimo quarto. Supplementare anche a Dallas, dove i Mavs hanno battuto 118 a 113 i Celtics, 11 successi nelle ultime 12 sfide dirette. Ad una partenza forte dei padroni di casa ha fatto seguito la reazione dei bostoniani, che sono arrivati sul +6 a metà dell’ultimo periodo. Ci ha pensato Nowitzki: lui e Devon Williams hanno portato la gara a Dallas segnando a ripetizione da lì all’overtime. Un 20 a 0 di parziale in 6′ ad inizio ripresa ha deciso a favore di Portland la gara nella capitale. I Blazers stanno tentando di agganciare l’ottavo posto di Utah e stanotte Kemba Walker ha dato loro una mano. Il play di Charlotte ha firmato 52 punti – record di franchigia – di cui 17 nei due supplementari occorsi per vincere la gara. Gli Hornets tentano di lasciarsi alle spalle il periodo nero, Jazz in calo, ma era inevitabile.
Gran momento per Toronto, cinque vittorie di fila e secondo posto ad Est. Il problema in Canada è sempre stato ai playoffs, ma intanto i tifosi si godono vittorie come questa su Brooklyn, con 61 punti fra Lowry e DeRozan. Bargnani assente per problemi alla caviglia.
Un 10-1 di parziale nell’ultimo quarto, ispirato da Gasol, ha consentito a Chicago di avere ragione su Detroit. I Bulls continuano a non convincere e la lussazione alla spalla che venerdì ha chiuso la stagione di Noah è un ulteriore segnale negativo. Successo agevole di Atlanta su Orlando, sei giocatori in doppia cifra e 12 rimbalzi di Millsap. Gli Hawks stanno provando a tornare il collettivo quasi perfetto della scorsa stagione. La giornata degli overtime si era aperta con un doppio prolungamento, 58′ perchè New York avesse ragione di Filadelfia. Timidi progressi Sixers, destinati a crescere grazie ai loro giovani.
La USA Basketball ha comunicato i 30 giocatori fra i quali saranno scelti i 12 che rappresenteranno il paese alle Olimpiadi di Rio, al netto di infortuni e rinunce.
La NCAA ha deciso di cambiare alcune normative relative all’approdo degli universitari in NBA. I giocatori potranno rendersi eleggibili al draft per più di una volta, anche in anni consecutivi, e potranno partecipare nel corso degli anni a dei tryout con uno o più team NBA. Cambiano anche le tempistiche per rendersi eleggibili al draft, deadline spostata da aprile a fine maggio. Unanimi i consensi.