La Chiesa si apre all’omosessualità, Papa Francesco: «Chi sono io per giudicare un gay?»

“Il problema sono le lobby”, così esordisce Papa Francesco di ritorno dalla Sua visita a Rio, dichiarando apertamente un’accettazione degli omosessuali e delle loro scelte, basta che siano di “buona volontà”, il Papa si esime infatti dal giudizio etico ammettendo anche gli errori della Chiesa perpetrati talvolta da persone omosessuali e ammettendone la presenza e la libertà di scelta dei canonici.

Le lobby invece non dovrebbero esistere secondo il Pontefice, in quanto gruppi di potere e pressione che perseguono spesso finalità occulte, perciò non vanno bene, quella gay, quella politica, quella massonica. “Non esistono carte d’identità per gay“, bisogna quindi distinguere la tendenza all’omosessualità dalle lobby dei gay. E, riferendosi agli scandali che hanno riguardato lo Ior e il Mons. Scarano, si dice molto addolorato, “abbiamo un monsignore in galera, è uno scandalo che fa male“, consapevole che le ipotesi di reato coinvolgerebbero anche l’uso dei conti dello Ior con il trasferimento di dieci o venti milioni di dollari. Questi riguarderebbero inoltre il Mons. Ricca, accusato dalla stampa di comportamenti immorali, per i quali la procedura canonica prevede un’ investigatio previa che non ha confermato però le accuse.
E’ da bandire, secondo il Pontefice, “la caccia ai peccati”, all’interno della Chiesa, infatti se un prete ha peccato il Signore “perdona e dimentica” e sulla scorta del suo esempio, se l’uomo non dimentica, corriamo il rischio che il Signore non si dimentichi di noi. D’altra parte però, attacca con fervore i ministri del culto che hanno infangato i numerosi Santi della Chiesa.

Annuncia poi una riforma dello Ior sui principi di trasparenza ed onestà, ponendo fiducia nella commissione che sta studiando il problema, tenendo presente la “questione economica” della riforma della Curia per i prossimi anni.

Inseparabile dalla sua borsa di cuoio nera, sempre con sé nel viaggio, all’interno un breviario, un libro da leggere su Santa Teresina, l’agenda, il rasoio, poche semplici cose che accompagnano la sua “normalità”, è con semplicità che Papa Francesco sinceramente si apre ad un tabù millenario censura di omosessualità e omofobia, riconosciute oggi anche tra gli operatori di culto, non un segno di biasimo ma di libertà che non toglie merito alla buona volontà personale. 

Eva Del Bufalo

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