Papa Francesco storica visita alla Sinagoga di Roma
Visita storica,la terza dopo quella di Wojtyła del 1986 e di Ratzinger del 2010, per Papa Francesco nella Sinagoga Maggiore di Roma, avvenuta domenica 17 Gennaio presso il Tempio edificato a Roma agli inizi del secolo scorso. Grande emozione per un momento di unione e rinnovamento, che perpetua una strada intrapresa dalla Dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”, vero spartiacque dei rapporti tra cattolici ed ebrei. Ad accogliere il Papa Francesco, il Rabbino capo Di Segni, l’avvocato Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, oltre alle più importanti personalità dell’ebraismo italiano tutto.
In questo momento storico, l’incontro conciliante tra due religioni monoteiste, acquista maggiore rilievo ed importanza, rilancia con forza il dibattito sulla tolleranza e sul significato stesso della Religione: “la violenza dell’uomo sull’altro uomo è in contraddizione con ogni Religione, ed in particolare con le tre grandi Religioni monoteistiche, Dio è il Dio della Vita”, dice papa Francesco, facendo un evidente riferimento ai recenti atti terroristici compiuti in nome di Allah, ma anche al trascorso storico del secolo scorso, ai campi di concentramento, alla persecuzione contro gli ebrei, alla crudele ed insensata violenza dell’uomo nel nome di un presunto credo spirituale. Non solo, il Papa, ricordando il suo passato in Argentina quando trascorreva il capodanno in Sinagoga ascoltando la preghiera del Selichà, ricorda come i cristiani non debbano mai dimenticare le radici ebraiche e come gli ebrei possano essere considerati come fratelli e sorelle maggiori, ribadendo un concetto già espresso da papa Wojtyła in precedenza.
Un incontro storico ed opportuno al contempo, necessario in un clima di terrore e odio come quello che viviamo in questi anni di difficile tolleranza ed accettazione. Di Segni rimarca come, secondo la tradizione rabbinica, un atto ripetuto tre volte diventi consuetudine, lasciando intendere una continuità anche per il futuro e gli anni a seguire; la speranza è che, in questo percorso di rinnovamento spirituale, la pacifica convivenza di religioni differenti e la collaborazione nella carità e nella la solidarietà, diventino una base solida e concreta sulla quale costruire un futuro nuovo, raggiante e pacifico in ogni angolo di terra.