Strasburgo condanna l’Italia per sangue infetto
L’Italia dovrà pagare un risarcimento danni dell’importo superiore a 20 milioni di euro. Questa la decisione irrevocabile presa dalla Corte europea di Strasburgo, che si occupa della tutela dei diritti umani. Diritti che sarebbero stati violati in toto, visto che centinaia di pazienti sono stati infettati dai virus dell’Aids, Epatite B ed Epatite C. I loro molteplici ricorsi sono stati accordati.
Il via alla condanna sarebbe scattato dopo aver vagliato con doverosa attenzione le varie denunce presentate a partire dal 2012 da cittadini italiani, parte lesa, contro il Ministero della Salute. I malati infettati hanno richiesto un indennizzo economico, in realtà già previsto dalla legge, in quanto sono riusciti a dimostrare di aver contratto le varie infezioni dopo essersi sottoposti a cure specifiche o a seguito di trasfusioni di sangue durante inevitabili interventi chirurgici. Il Servizio sanitario nazionale avrebbe dovuto effettuare i dovuti controlli, e monitorare in modo impeccabile i test sui flaconi di sangue, e sui prelievi e sulla raccolta del plasma in genere. L’Associazione dei politrasfusi parla di più di 2.600 vittime dalla metà degli anni ’80 ad oggi, cittadini che avrebbero dovuto essere curati dalle loro precedenti malattie, per le quali si erano fatti ricoverare, e che invece si sono ritrovati ad essere infettati da virus pericolosissimi, contratti a seguito di trasfusioni di sangue infetto.
La Convenzione Europea che si occupa della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’uomo, nonché delle sue libertà come individuo, ha citato numerosi articoli nelle sentenze emesse, in primis l’articolo 2 che sancisce il diritto alla vita, diritto che quantomeno sarebbe stato minato, se non addirittura negato. Questa è una bomba ad orologeria. Sarà forse l’inizio della fine per la nostra tanto millantata impeccabile Sanità italiana, finora considerata una delle migliori al mondo (ma da chi)?