Legge anti omofobia: è scontro cattolici-Pd

scalfarottoIl Governo Letta, si sa, è tenuto su da una maggioranza assai multiforme e di differente estrazione ideologica: è per questo che, in maniera abbastanza prevedibile e naturale, è sovente trovarsi in situazioni d’imbarazzo e scontro tra le sue varie componenti.

Prima c’erano stati i temi economici: IMU sulla prima casa e aumento dell’IVA. Poi è toccato ai famigerati cacciabombardieri F35 per quindi passare all’elezione di Daniela Santanchè alla Vice Presidenza della Camera dei Deputati, tutte questioni su cui non si è riusciti a trovare una ferma posizione e si è dunque optato per il rinvio. Il nuovo cruccio, però, riguarda i temi etici ed è per una volta il PD a comandare di tirar dritto.

Ivan Scalfarotto (Pd) e Antonio Leone (PdL), sono i primi firmatari di un disegno di legge che consterebbe nell’estensione della famosa Reale-Mancino che punisce la discriminazione per odio razziale, etnico, nazionale e religioso, annettendovi ragioni dovute a omofobia o transfobia. Il che, ha provato un certo sconquasso nelle file di questa “strana maggioranza”. Mentre dalle parti del Pd, Dario Franceschini ha parlato di «legge irrinunciabile» trovando il pieno supporto del Segretario Guglielmo Epifani, sono parse decisamente più caute le parti cattoliche del PdL e quelle di area centrista, vicine all’Udc. Alcuni parlamentari di centro-destra, fra i quali Gelmini, Carfagna, Lupi, hanno proposto una moratoria ai temi etici considerati “divisivi”, in favore di norme economiche ritenute più urgenti e necessarie contro la crisi. La risposta? Picche, che arriva dai propri stessi colleghi: Giancarlo Galan ha confermato la necessità di accelerare sulle riforme trovando il pieno supporto di Sandro Bondi, che già in passato si disse favorevole alle unioni gay («diamo anche a loro il diritto di essere cittadini», ‘Il Giornale’, 25 maggio 2013).

Le parti più “conservative” del Parlamento, si sarebbero mostrate preoccupate da una eventuale impossibilità di libertà d’espressione. È per questo che Lorenzo Dellai, capogruppo di Scelta Civica alla Camera, chiedeva un subemendamento in cui far approvare un «doveroso rispetto della libertà d’opinione». Dato, questo, che risulta essere un «passo indietro» agli occhi del capogruppo di Sel Dario Farina, e che viene attaccato con termini analoghi dai parlamentari del M5S, astenutisi dal voto in commissione.
Ma se, come scrive Alessandro Gilioli su ‘L’Espresso’, si sta parlando di una «normetta-contentino che non cambia assolutamente nulla nella realtà quotidiana e nei diritti concreti di milioni di persone che hanno il grave torto di non essere eterosessuali», i democratici possono comunque ritenersi soddisfatti dal risultato ottenuto: la discussione infatti avverrà in aula venerdì 26 luglio. Occorre però ricordare, che uno dei punti di “cambiamento” del Partito Democratico durante la campagna elettorale riguardava «norme sulle unioni civili delle coppie omosessuali su modello tedesco»: riuscirà il Pd a proporre anche questo? E, in caso, riuscirebbe a far andar giù (anche) questa amara pillola al Popolo della Libertà? Nel weekend ne sapremo di più.

di Mauro Agatone

 

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