Incendiano il liceo per la bocciatura: quattro ragazzi colpevoli

ROMA – I responsabili del rogo al liceo Socrate si sono costituiti alle autorità scolastiche e alla polizia, confessando le motivazioni del gesto. La causa scatenante si è rivelata essere la seconda bocciatura consecutiva di due dei ragazzi del gruppo, come hanno confermato gli studenti.

LA NOTTE DELL’INCENDIO – I quattro ragazzi hanno risposto all’interrogatorio descrivendo nei dettagli le ore, nella notte tra il 12 e il 13 luglio, in cui hanno appiccato il fuoco all’istituto: «Tornavamo dal mare e quella notte abbiamo deciso di incendiare qualche banco – dichiara uno studente – Avevamo bevuto, era quasi l’alba e abbiamo appiccato il fuoco, ma non immaginavamo che le fiamme potessero estendersi». Ma non solo: «Volevamo farla pagare alla scuola per la bocciatura – rivela il ragazzo – ma davvero non immaginavamo che l’incendio potesse provocare tutti quei danni».

LA RIAPERTURA DEL LICEO – Dopo i rilievi tecnici, volti a verificare l’entità dei danni e l’attuazione delle misure per la messa in sicurezza degli ambienti, la Procura di Roma ha stimato che l’ammontare del costo dei lavori di ristrutturazione sarà superiore ai 200 mila euro. Ci si chiede, dunque, se l’istituto sarà in grado di riaprire le porte il 2 settembre, come programmato, e a rispondere alle domande è il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio che assicura: «Prefettura e Provincia di Roma convocheranno un nuovo tavolo con tutte le istituzioni interessate per la pianificazione di un programma di interventi da realizzare con obiettivo la conclusione dei lavori entro il prossimo 31 agosto».

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L’IPOTESI DI RECLUSIONE – Per i due dei quattro ragazzi che sono maggiorenni il pm Sergio Colaiocco ha preso in considerazione la reclusione da 3 a 7 anni, pena sancita dal codice penale per il reato di incendio doloso. Di grande importanza, oltre l’incensuratezza dei due, si è dimostrato il loro costituirsi alle autorità; per quanto riguarda gli altri ragazzi, entrambi diciassettenni, si aspettano le direttive della procura dei minori.

di Alessandra Corsini

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