1992, l’Italia di Tangentopoli arriva su La7
E’ arrivato il momento, per il pubblico delle grandi reti generaliste, di affrontare uno dei periodi più importanti e controversi della recente storia del nostro paese, attraverso un attesissimo evento tv: dall’8 gennaio su La7 verrà trasmessa, per la prima volta in chiaro, 1992, la serie sull’Italia di Tangentopoli che ha conquistato telespettatori e media d’oltreoceano (tanto da guadagnarsi un posto nella classifica, diffusa dall’Hollywood Reporter, delle quindici migliori serie del mondo). Dieci, imperdibili puntate accompagnate dai commenti di Enrico Mentana, al quale spetterà il compito d’introdurre e concludere la serata con un dibattito in studio.
Un contributo importante, quello dato dal direttore del Tg La7, da sempre incline a programmi d’intrattenimento a sfondo politico, e una bella occasione, per un canale d’approfondimento come La7, di puntare su uno dei cavalli vincenti della sua scuderia: 1992 infatti, è stata prodotta dalla Wildside, in collaborazione con Sky e La7, e vanta una sceneggiatura brillante e meticolosa, molto attenta al contesto storico nel quale si muovono i personaggi all’interno della serie, che prende il via proprio il 17 febbraio 1992, con i primi arresti dell’inchiesta “Mani Pulite”, condotta, tra gli altri, da Antonio Di Pietro.
Se, da una parte, siamo portati a riflettere sui comportamenti spregiudicati e privi di umanità di Leonardo Notte, l’ambizioso e oscuro pubblicitario, magistralmente interpretato dall’ideatore e protagonista della serie, Stefano Accorsi, e di Rocco Venturi (Alessandro Roja), lo scaltro agente di polizia che nasconde verità ben diverse da quelle che lascia trapelare, dall’altra c’immedesimiamo nelle aspirazioni di Luca Pastore (Domenico Miele), il poliziotto in cerca di vendetta, e di Veronica Castello (Miriam Leone), la bella showgirl disposta a tutto pur di entrare a far parte del mondo dello spettacolo, nelle fragilità di Bibi Mainaghi (Tea Falco), la figlia viziata di un magnate farmaceutico della città meneghina, e di Pietro Bosco (Guido Caprino), ex militare e neo politico, eletto con la Lega Nord alla Camera dei Deputati.
A fare da collante a una trama fitta e complessa – lo stesso Accorsi ha rivelato poco tempo fa al settimanale Nuovo Tv che è stato molto “complicato per gli sceneggiatori concepire questo format, spesso abbiamo avuto consigli legali per trattare nel migliore dei modi la narrazione”- , i continui rimandi alle tendenze di quell’epoca (come gli episodi di Casa Vianello, le star di Non è la Rai, e la maglietta indossata da Leonardo Notte con scritto “Ho ucciso Laura Palmer”, frase chiave della serie Twin Peaks), e una colonna sonora appropriata e a tratti ridondante, composta ad hoc da Davide “Boosta” Dileo, cofondatore e tastierista dei Subsonica.
Che si tratti di porre l’accento sulla vera natura dell’essere umano, sempre più impantanato in una società corrotta e in continua evoluzione, o di far riflettere sui pregi e difetti di uno dei periodi storici più controversi del nostro Paese, quel che è certo è che 1992 spicca per originalità e qualità e si colloca nello scenario seriale italiano come una delle pietre miliari del piccolo schermo e non solo.
Twitter: @VerBisconti