Una per ogni mese: le migliori dodici notizie del 2015
Stragi, terrorismo, schiavitù, razzismo, un cimitero sul fondo del Mediterraneo. Per molti aspetti, il 2015 è stato l’ennesima galleria degli orrori dell’umana miseria. Le notizie, però, non sono tutte negative. In mezzo all’orrore, al dolore e ai morti, ci sono le belle notizie, quelle che ci fanno ancora sperare che le cose possano ancora cambiare, migliorare. Amnesty International ha raccolto «le migliori buone notizie» dell’anno che sta per concludersi: «comunità risarcite dalle multinazionali, rilascio di prigionieri di coscienza, passi avanti verso l’abolizione della pena di morte: sono queste alcune delle buone notizie del 2015 ottenuto grazie all’impegno di chi sta dalla parte dei diritti umani».
Sono dodici, una per ogni mese dell’anno. Di molte non abbiamo neanche sentito parlare, perché avvenute ai quattro angoli del mondo, in quei Paesi che forse non sapremmo nemmeno collocare su una mappa. Altre le abbiamo celebrate, come se fossero, un po’, delle vittorie anche nostre. Tutte hanno fatto fare a tutti, anche a noi, un passo avanti verso un mondo un po’ più giusto.
Gennaio, Nigeria: la Shell è costretta a risarcire la comunità di Bodo. 55 milioni di sterline, ecco quanto dovrà pagare la compagnia petrolifera per le fuoriuscite di petrolio che nel 2008 hanno devastato il delta del fiume Niger. Un’azione legale promossa dal Regno Unito a partire dal 2011 ha costretto la Shell a una conciliazione extragiudiziale risoltasi in favore della comunità di Bodo, che riceverà 20 dei 55 milioni di sterline, e delle oltre 15.600 persone in causa, che dovranno spartirsi i restanti 35 milioni.
Febbraio, El Salvador: Carmen Guadalupe Vasquez viene scarcerata. Era il 2007 e Carmen Guadalupe Vasquez, di soli 18 anni, veniva condannata a 30 anni di carcere perché sospettata di aver abortito illegalmente. Il 20 febbraio, in seguito a una campagna di Amnesty International e altre ong per i diritti umani, Carmen è stata scarcerata: il 20 gennaio, infatti, l’Assemblea parlamentare salvadoregna aveva votato a favore della grazia.
Marzo, Suriname: abolita la pena di morte. Anche se il boia non era in attività dal 1982, formalmente la pena capitale era ancora in vigore. Il 6 marzo l’Assemblea ha approvato la legge per abolirla. I Paesi che applicano la pena di morte, però, sono ancora 37.
Aprile, Iran: la pena di Ghoncheh Ghavami è commutata in una multa. Accusata di “diffusione del reato di propaganda contro il sistema”, Ghoncheh Ghavami era stata arrestata e condannata a un anno di carcere e rilasciata su cauzione il 2 novembre 2014. La sua colpa? Aver voluto assistere a una partita di pallavolo maschile. Il 2 aprile, la venticinquenne ha ottenuto la commutazione della pena in una multa.
Maggio, Irlanda: arriva l’arcobaleno In uno dei Paesi più cattolici del mondo, un referendum dice “sì” al matrimonio ugualitario. Il 22 maggio, l’Irlanda è diventata il diciannovesimo Paese in cui anche gli omosessuali possono sposarsi: è stata la prima volta che a decidere sono stati direttamente i cittadini.
Giugno, Camerun: rilasciati 84 minorenni. Arrestati alla fine del 2014 perché sospettati di essere indottrinati dai Boko Haram, 84 studenti minorenni di una scuola coranica sono stati scarcerati tra il 24 e il 30 giugno di quest’anno.
Luglio, Belize: nessun prigioniero nel braccio della morte. Era rimasto solo Glenford Baptist, ad attendere l’esecuzione nel braccio della morte. Nel 2000 era stato condannato per omicidio; il 13 luglio la pena capitale è stata commutata dalla Corte Suprema.
Agosto, Siria: viene rilasciato Mazen Darwish. Arrestato nel febbraio del 2012 assieme ad altri colleghi con l’accusa di terrorismo, Mazen Darwish – direttore del Centro siriano per i media e la libertà d’espressione – è stato rilasciato il 10 agosto. A influire sulla scarcerazioni di Darwish e dei suoi colleghi è stata anche una campagna condotta da Amnesty.
Settembre, Etiopia: blogger assolti dall’accusa di terrorismo. Una corte federale il 16 ha assolto – dopo quasi un anno e mezzo di detenzione – i blogger Natnael Feleke, Atnaf Berhane e Abel Waleba, accusati di terrorismo. La Corte ha assolto anche Soliyana Gebremichael, in esilio negli Stati Uniti.
Ottobre, Stati Uniti d’America: Shaker Hamer lascia Guantanamo. Ha passato 13 anni in una cella di Guantanamo, senza essere mai formalmente accusato né processato. Il cittadino saudita Shaker Hamer, arrestato nel 2002 in Afghanistan perché sospettato di terrorismo, il 30 ottobre ha finalmente lasciato il carcere ed è stato rimpatriato nel Regno Unito, dove si è riunito alla moglie. Nel carcere di Guantanamo rimangono ancora 111 detenuti e la chiusura tanto promessa da Obama sembra allontanarsi.
Novembre, Indonesia: Filep Karma viene rimesso in libertà. Nel 2004 aveva sventolato una bandiera capuana durante una manifestazione pubblica. Questo gesto gli è costato una condanna a quindici anni, inflittagli il 26 maggio 2005. Il 19 novembre Filep Karma, attivista per l’indipendenza di Papua, è stato rilasciato dopo aver scontato 2/3 della pena prevista. Karma era stato adottato da Amnesty International come prigioniero di coscienza e nel 2011 era stato segnalato tra i casi della maratona “Write for Rights”, in occasione della quale aveva ricevuto oltre 65.000 messaggi di solidarietà.
Dicembre, Messico: innocenti rilasciati dopo anni di carcere e torture. Hanno passato anni in carcere, due lei e tre lui. Entrambi sono stati torturati, lei è stata stuprata. Tutto perché confessassero accuse che, alla fine, si sono rivelate false. Cristel Piña, 25 anni, madre di due figli e Adrián Vásquez, conducente di autobus e padre di quattro figli, erano stati arrestati rispettivamente con l’accusa di aver realizzato filmati compromettenti a scopo di estorsione e traffico di droga. Peccato che niente di tutto questo fosse vero. Il 2 dicembre, dopo prigionia e torture, entrambi sono stati rimessi in libertà.