USA, nuovo piano per l’economia

lunch-atop-a-skyscaper«Il Presidente Obama non sarà soddisfatto finché ogni Americano che desideri lavorare non avrà trovato occupazione»: queste le parole dell’amministrazione Obama in merito al piano per la creazione di nuovo impiego e al rilancio della classe media negli Stati Uniti.

Il programma prevede la realizzazione di nuovi posti di lavoro nel settore industriale attraverso la diffusione delle cognizioni e degli strumenti necessari per continuare ad essere competitivi a livello globale e attrarre nuovi investitori.
La sfida contempla anche l’implementazione di energie pulite, che, oltre a rappresentare una priorità per la riduzione dell’inquinamento e del riscaldamento globale, consentirebbero agli Stati Uniti di smarcarsi dal mercato petrolifero straniero.
Il piano per il ristabilimento dell’economia comporta una riduzione del deficit attraverso una più equa redistribuzione fiscale in cui le classi più abbienti contribuiscano in proporzione alle entrate e in cui il ceto medio non venga gravato dell’ intero onere tributario.
Durante lo State of the Union, il discorso annuale che il Presidente pronuncia dinanzi al Congresso, Obama si era felicitato del fatto che il Paese stesse uscendo dalla recessione, che il mercato immobiliare fosse sulla via del risanamento e che anche il mercato azionario stesse recuperando; aveva, però, al tempo stesso ricordato quanti Americani fossero ancora in cerca di un lavoro a tempo pieno e quanto, a questo proposito, fosse prioritario incentivare la classe media, il vero motore per la ripresa economica in America.
Appena qualche giorno fa si è celebrata oltreoceano la festa dell’Indipendenza. Il 4 luglio anche il Presidente Napolitano si è espresso in termini favorevoli in merito ad una nuova crescita dell’economia Americana, definendo gli Stati Uniti «avamposto sulle grandi sfide» e dichiarando che l’Italia guarda con fiducia a un «rinnovato partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti».
Il discorso del Presidente Obama è stato ugualmente accorato e pieno di riferimenti alla storia e all’orgoglio Americani. Un cittadino straniero potrebbe trovare alcune dichiarazioni sorprendenti, permeate di retorica e, a volte, di autoreferenzialità. Obama fa continuo riferimento ai «valori Americani» e in più di un’occasione definisce gli Stati Uniti «la più grande nazione al mondo». L’orgoglio Europeo è altrettanto radicato, ma è legato principalmente al passato, e quella condiscendenza che persiste nei confronti della cultura Americana oggi forse cela un pizzico d’ammirazione infelice.
Lo spirito a cui si riferisce Obama non ha nulla dell’eccezionalismo. Si basa sull’autodeterminazione e sulla consapevolezza che il perseguimento di una vita migliore debba essere reso possibile per chiunque. 

di Claudia Pellicano

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