Il ritratto: la pitonessa Santanchè
Pur di non eleggerla hanno fatto di tutto: dalle schede bianche al rinvio al voto. Una cosa l’abbiamo capita: la sex-symbol del Pdl non riscuote molto successo… d’altra parte: chi è che vorrebbe una pitonessa in Camera?
Eppure la nostra Danielona nazionale ha sempre dimostrato grande caparbietà nel difendere i propri obbiettivi (qualità da apprezzare, considerando la categoria), fermezza e idee chiare: « Io voglio essere amata dai miei e odiata dagli altri», tanto che sembrava quasi uscita da uno dei celebri dialoghi di Platone, “l’Eros”, precisamente (no, nessun riferimento alle sua labbra o alle sue attività extrapolitiche).
Perché la Santanchè faccia tanta paura, faccia a parte, è davvero inspiegabile; certo è che sin dalla gioventù ha collezionato una serie consecutiva e quasi imbarazzante di successi: laureatasi in scienze politiche (perchè no? Ha un’istruzione a differenza di molti suoi esimi colleghi) nel 1983 fonda una società di marketing. Dieci anni dopo partecipa a un corso di formazione imprenditoriale della Sda Bocconi, erroneamente (manco a farlo apposta) descritto come master nella biografia della Santanchè, e nel 1995 entra in politica come collaboratrice di Ignazio La Russa (Alleanza Nazionale). Nel 2005 diviene capo dipartimento delle pari opportunità di AN…d’altra parte, chi meglio di lei, che ha sempre dichiarato: “Nella mia carriera sono stata corteggiata da più donne e ne sono lusingata. Il motivo? La verità è che piaccio alle donne perché sono un uomo”? Nel 2007 entra in rottura con i vertici An che gli preferiscono la Saltamartini. Nel 2008 aderisce a La Destra ed è candidata alle imminenti elezioni politiche, ottenendo il 2,4% alla Camera e il 2,1% al Senato. Per i sette anni di attività come deputato, Daniela Santanchè ottiene un TFR di 65.534 euro e un vitalizio mensile di 3.605 euro, dichiarando di voler devolvere il proprio stipendio da parlamentare in beneficenza (ebbene si, qui è il caso di riesumare una delle sue citazioni migliori: “Lei si deve rimangiare delle verità che sono falsità che ha appena annunciato”). Si distacca anche da La destra nel 2008 perchè, dichiara: «non si può restare confinati in un’area di estremismo extraparlamentare e di vago nostalgismo». Alla fine decide di fondare il Movimento per l’Italia (MPI). Il movimento si federa con il Pdl e, pur in assenza di rappresentanza parlamentare, la sua leader il 1º marzo entra nel governo Berlusconi come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Con le elezioni politiche del 2013, viene candidata come capolista del Popolo della Libertà nella e viene eletta per la terza volta Deputato. Non male per una che, a suo dire, non l’ha mai data…a Berlusconi: “Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do.” Nonostante gli sfolgoranti successi la nostra pitonessa non ha dimenticato di sistemare nell’armadio un paio di scheletri, insieme alle scarpe di Prada, naturalmente. Pare, infatti, che nel 2009 sia stata colta da una sindrome che il suo celebre “stalker” conosce molto bene, quella di Pinocchio. Intervenuta a Milano ai festeggiamenti per la fine del Ramadan, alcuni testimoniano di averla vista cercare di strappare i veli portati da alcune mussulmane presenti in sala. Lei nega tutto (e come ti sbagli) e riferisce addirittura di essere stata malmenata. Nello stesso anno, per non farsi mancare niente, dichiara inoltre: « Maometto aveva nove mogli, l’ultima era una bambina di nove anni. Maometto era un poligamo e un pedofilo. » Una bella rivisitazione storiografica, non c’è che dire.
Oggi la pitonessa è ancora in attesa del voto alla camera e a quanto pare dovrà aspettare ancora molto visto che da recenti dichiarazioni sembra che siano in molti a non volerla proprio votare. La domanda che sembra spontaneo porsi, a questo punto, è: perchè una donna determinata e sicura fa così paura in questo paese? (tanto ormai si sa in Italia gli schieramenti politici contano poco…è così facile cambiare!)