Gigi Proietti ritorna con Romeo e Giulietta
Sono trascorsi dieci anni dal primo spettacolo di Romeo e Giulietta, era il 27 settembre 2003 e il regista aveva già dato sfogo a una “geniale intuizione”. Una decade in cui si sono affiancate le opere shakespeariane più intense. Da Bisbetica domata a Giulio Cesare, da Otello a Riccardo III fino ad arrivare a Sogno di una notte di mezza estate eTempesta.
Inoltrandosi nel verde di Villa Borghese, attraversando Piazza di Siena si giunge a uno dei teatri estivi più noti della capitale. Legno, freschezza e maestosità caratterizzano il Silvano Toti Globe Theatre che dal 10 al 28 luglio e dal 6 all’11 agosto ospita Romeo e Giulietta diretto da Gigi Proietti. “Un occhio preciso alla storia e uno alla parodia da maestro dei generi quale è”, Gigi Proietti torna dietro le quinte dell’opera più celebre di Shakespeare. Un occhio “nuovo, drammaturgo” che va al di là della storia avvicinandosi il più possibile al grande pubblico. Romeo e Giulietta si sviluppa attraverso due realtà parallele: la prima parte dello spettacolo è ambientato nel presente, “Mercuzio e i suoi amici danno voce alle loro passioni come rapper leggeri, Giulietta è una brava ragazza che ama il rock, la festa è un ballo in maschera”. Ed è proprio la festa il fulcro della storia e in questo spettacolo lo è ancor di più rappresentando il passaggio dai giorni nostri a un’epoca tanto lontana da sembrare irraggiungibile, leggendaria. {ads1} La celebre festa Capuleti è stata definita uno “sliding door, attraversata o evitata conduce a storie diverse”. Loro sono Mimosa Campironi e Matteo Vignati, due giovani interpreti che, come il resto del cast, sono stati accuditi e cresciuti da Gigi Proietti, noto per la sua propensione nell’incentivare attori giovani ed emergenti, allievi delle scuole di teatro romano. Oltre all’opera originaria c’è in programma anche lo spettacolo di danza – dallo stesso titolo – che prevede dal 31 luglio al 3 agosto le coreografie dirette da Massimo Moricone e interpretate da Alina Cojocaru e Federico Bonelli. “Nessuno dei giovani oltrepassa il confine della maturità, nessun adulto li sa accompagnare nel viaggio”.