Cicchitto risponde al Papa: «Un conto è predicare, un altro è governare»

Il presidente della commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto e Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, hanno contrastato le dichiarazioni di Papa Francesco in fatto di immigrazione. Le parole pronunciate dal Pontefice a Lampedusa, durante la messa del suo primo viaggio apostolico, non hanno lasciato indifferenti il mondo politico, dando vita ad accordi e contrasti.

LA POSIZIONE DI CHICCHITTO – Il presidente ha esortato a non «abbassare la guardia» sul tema dell’immigrazione perché l’Italia rischia di «diventare soggetto passivo di operazioni assai dure e pesanti nell’assenza più totale di una solidarietà internazionale; di conseguenza – ha continuato l’esponente del Pdl – anche in questa circostanza, va affermata una ragionevole, non oltranzista, ma seria e reale autonomia dello Stato dalla Chiesa». E ha aggiunto: «In questo quadro è auspicabile che il ministro Keynge non operi forzature unilaterali rispetto a posizioni assai diverse sul tema immigrazione: le tematiche riguardanti ius sanguinis e ius soli possono essere superate solo attraverso mediazioni assai impegnative che richiedono un lavoro politico attento e serio».

IL ‘RIMPROVERO’ DI CALDEROLI – Da parte del leghista Roberto Calderoli sono arrivate parole dure verso Papa Francesco. Secondo l’opinione del vicepresidente del Senato, infatti, le dichiarazioni del Pontefice lascerebbero intravedere il proverbiale detto ‘predicare bene e razzolare male’. «C’è una grande dissonanza tra la legislazione dello Stato Vaticano sull’immigrazione rispetto alle dichiarazioni del Papa. La legge III del 1999 sulla cittadinanza – ha aggiunto il leghista – recita all’articolo 21: ‘Coloro che si trovano nella città del Vaticano senza avere l’autorizzazione prevista possono essere espulsi anche con la forza pubblica‘ e la predica del Santo Padre è stata bella e toccante ma le leggi sono un’altra cosa».

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IL SOSTEGNO AL PAPA – A far fronte alle dichiarazioni di Cicchitto e Calderoli ha pensato il ministro degli Esteri Emma Bonino che si è schierata dalla parte del Pontefice, sostenendo la necessità di una nuova politica sull’immigrazione: «Ho sostenuto da sempre – ha dichiarato – che per quanto riguarda immigrati, immigrati illegali, clandestini e quant’altro la nostra politica di pura reazione, di puri respingimenti e solo affrontata dal punto di vista securitario era una politica che andava cambiata perché non dava nessun risultato». E da Bruxelles arriva la speranza di tradurre le dichiarazioni del Papa in un ben definito progetto politico: la Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni ha contestato le parole di Cicchitto tramite le parole del ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge. E il messaggio è una chiara esortazione a non astenersi dal trattare il tema degli immigrati: «Io metto chiunque di fronte alle proprie responsabilità – ha dichiarato Kyenge – semplicemente ognuno di noi deve essere in grado di fare la sua parte, di recepire il messaggio del Papa, ognuno nel suo ruolo».

di Alessandra Corsini

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