Civati il vendicatore assalta il Pd

Dal Pd uscito sbriciolato dalle ultime elezioni si fa sentire Pippo Civati che si erge a vendicatore degli errori commessi dal suo stesso partito e si candida a prossimo segretario. Le parole d’avvio sono chiare e rosse: «Il nuovo è a sinistra».

Arriva dal Politicamp, l’iniziativa organizzata a Reggio Emilia sabato 6 e domenica 7 luglio, la dichiarazione forte e chiara di Pippo Civati della sua candidatura a prossimo segretario del Pd, un partito ormai disperso in mille rivoli che non riesce più a identificarsi con un leader o quanto meno una linea guida. Il governo delle larghe intese ha mescolato le carte e le idee e in questa confusione è da un po’ che prova a farsi sentire Civati, il cui ciclone più che da Reggio Emilia parte dal web, da Twitter, dove si è costruito una spazio e un seguito, soprattutto tra i più giovani e insofferenti del partito. L’assalto alla dirigenza del Pd è cominciato al suono di «Noi la farem vendetta». E le cose di cui Civati dichiara di volersi fare vendicatore sono tante: il mancato sostegno a Prodi e Rodotà, le timidezze che hanno portato al governo delle larghe intese, la titubanza sugli F35, l’essersi dimenticati degli otto punti presentati in campagna elettorale.

È chiaro che Civati ha in mente un Pd molto diverso da quello attuale e che nel suo immaginario curva più a sinistra: «C’è da ricostruire il centrosinistra, riportiamo con noi Sel, richiamiamo il popolo delle primarie. Se un dirigente del Pd va a una manifestazione della Fiom non si deve sentire in imbarazzo lui mentre tutti gli altri sono al governo con Berlsuconi». Sferzate dure al governo Letta a cui si rivolge così: «Mi candido e lancio un manifesto contro il tatticismo. Se questo va contro le larghe intese, caro Enrico, ce ne faremo una ragione».

Il giovane dissidente, quello che al momento di votare il governo di larghe intese rimase fuori dall’aula, ha lanciato la sua candidatura dal Polticamp e nello stesso tempo in diretta streaming su Twitter. Online è attivissimo e stando a quegli umori qualche chance potrebbe averla ma all’interno del partito non ha padrini. Una pacca sulla spalla fin’ora gli è stata data da Fabrizio Barca, che è andato a trovarlo a Reggio Emilia, il quale però non si esponde troppo. Lo sfidante più pericoloso resta il più televisivo Matteo Renzi, con cui aveva iniziato l’esperienza di rottamazione prima di dividere le strade. Pippo Civati con piglio irriverente sostiene che non avere sponsor è la sua forza: «So che non sono molto popolare nei vertici del partito. Pazienza, se mi chiedono chi mi sostiene dirò Nico Giberti», che, per chi se lo stesse chiedendo, è uno dei giovani che hanno organizzato Politicamp. Come a dire che ciò che gli interessa è solo la base.

di Francesca De Leonardis

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