Il mio calciatore preferito in assoluto è il numero 14

L’Internazionale perde a San Siro contro una buona Lazio. Mister Mancio si dice dispiaciuto di perdere per demeriti della propria squadra piuttosto che per meriti degli avversari. Comunque i nerazzurri rimangono primi, la fuga è rimandata.
La Fiorentina e Il Napoli si fanno sotto, sono a un punticino. La Viola, dopo il vantaggio gioca a memoria e batte il Chievo con un preciso un-due firmato Kalinic-Ilicic.
Napulè 1-3 a Bergamo, gli atalantini riescono a pareggiare il gol di Hamsik, poi due gol, indovinate di chi? Yes, Gonzalo Higuain. 16 gol in 17 partite, non male.
La Gjuventus soffre nei minuti finali contro il Carpi, vince di misura 2-3 e continua a rimontare, bianconeri ora a -3 dalla capolista.
La Roma si conferma quinta, 2-0 contro il Genoa ma dovrà fare molto di più, è pur sempre tra le sedici squadre più forti d’Europa.

libro(1)Stavolta nella rubrica oltre al libro c’è pure un film. L’argomento è il mio calciatore preferito in assoluto. Non è il numero 1, è il numero 14. Negli anni ’70 non era come oggi, dove ogni calciatore ha la maglia personalizzata. La numerazione andava rigorosamente dall’1 all’11. Bè, lui, dietro la schiena aveva stampato il 14 e la simbiosi tra questo numero e il fuoriclasse olandese è spiegata nel libro: Johann Cruijff di Stefano Bedeschi pubblicato con ilmiolibro.it.
Il periodo raccontato da Sandro Ciotti nel film “Il Profeta del Gol” è il biennio 1972-74. Un autentico gioiellino, scovatelo su you tube (anzi ve lo scoviamo noi) e guardatelo. La sua andatura palla al piede, i suoi dribbling, il modo in cui salta l’avversario, come calcia la palla, i gol fatti, alcuni pazzeschi, sono ancora ben impressi nella mia retina.
Per concludere alcune cose dette dal mio calciatore preferito in assoluto: alla radice di tutto c’è che i ragazzini si devono divertire a giocare a calcio/la creatività non fa a pugni con la disciplina/la pressione si deve esercitare sul pallone non sul giocatore/senza possesso palla, non si vince.