Marine Le Pen travolge la Francia

Marine travolge la Francia al primo turno delle elezioni Regionali. Secondo i sondaggisti gli attacchi del 13 novembre hanno regalato tra i 2 e i 3 punti all’estrema destra guidata da Marine Le Pen. Questo incremento di consensi nei confronti del Front National non è avvenuto però a Parigi, infatti nella capitale si è fermato al 9,65 per cento e nel quartiere dove hanno colpito i terroristi (l’ 11esimo arrondissement) addirittura al 7,49 per cento. Il giorno dopo del primo turno il Front National della Le Pen è in testa con 27,96%, mentre i Repubblicani guidati da Sarkozy, arrivano al 26,89% e il Partito socialista, del presidente Hollande al 23,33%. I risultati finali sono stati: il Front National 27,73%, Republicani 27,25% e il Partito socialista del presidente Francoise Hollande e del premier Manuel Valls 23,43%.

 

I numeri dicono che il Front National è arrivato primo e quindi ha vinto il primo turno delle elezioni amministrative in Francia. Ma non in maniera così netta come alcuni, specie di casa nostra, hanno voluto far intendere quanto parlano di “Marea nera”. Infatti, il FN distacca i Repubblicani solo per un mezzo punto percentuale.

 

Marine Le Pen, 46 anni, oggi è ancora più determinata e grintosa di prima, arrivando a ripudiare anche il padre. Madre di tre figli, due volte sposata e due volte divorziata, nel 2002 si è battuta contro il referendum per la Costituzione europea e vinse il “no”. Nel gennaio 2011 fu eletta presidente del partito che fino ad allora si identificava con il padre. Subito dopo ottiene un ottimo risultato al primo turno delle presidenziali con 6,5 milioni di voti, pari al 17,90% con il maggioritario a doppio turno. L’operazione di Marine Le Pen è stata quella di ripulire il partito dagli strascichi xenofobi e razzisti lasciati dal padre. Lui, Jean-Marie Le Pen, il padre, era provocatore, offensivo e antisemita, lei, la figlia, si sforza di apparire conciliante e moderata pur mantenendo la sua chiusura sull’euro e sull’immigrazione in particolare, questi ultimi temi tanto dibattuti anche in Italia e nel resto dell’Ue.

 

Il FN risulta primo con ampio margine in Nord-Pas-de-Calais-Picardie, dove è candidata alla presidenza proprio Marine Le Pen che ha ottenuto il 40,64 per cento dei voti contro il candidato di centrodestra fermo al 24,96 e in Provence-Alpes-Côte d’Azur dove è candidata la nipote, Marion Maréchal-Le Pen che ha ottenuto il 40,55 dei voti davanti al candidato repubblicano che si è fermato al 26,48. In entrambe le regioni i candidati del PS hanno deciso di ritirare le loro candidature e di rinunciare a correre al secondo turno per favorire il centrodestra contro il FN. Una tattica che già fa pensare come i due partiti che hanno sempre governato il Paese si uniscono per evitare che un nuovo partito, forse giusto o forse sbagliato, possa arrivare a governare la Francia. Il partito di Marine Le Pen è in vantaggio anche in Languedoc-Roussillon dove al secondo posto è arrivata la candidata del PS, in Alsace-Lorraine-Champagne-Ardenne dove è candidato il vicepresidente del partito Florian Philippot, in Centre-Val de Loire ed in Bourgogne-Franche-Comté.

 

Forse è arrivato il momento, per il partito che governa e per quello che ha governato nella scorsa legislazione di porsi dei quesiti, prima di tutto dove hanno sbagliato e dove stanno ancora sbagliando se alle elezioni stravince un partito, anche se non di molto, di estrema destra. La questione immigrazione, l’euro, l’Unione europea che non rispetta i popoli ma solo un’economia basata sulla moneta e l’alta finanza, la disoccupazione e la crisi che non arriva mai alla sua fine, possono essere dei punti importanti per risolvere il declino dei consensi nei loro confronti, più di fare alleanze solo per fermare chi di questi temi ne parla. Può essere una riflessione, il risultato del FN, anche per quei partiti che negli ultimi 20 anni si sono alternati a governare l’Italia.