Il Corano è violento. Ah, no è la Bibbia [VIDEO]
Siamo davvero sicuri di conoscere ciò che giudichiamo? A guardare l’esperimento condotto in Olanda da Dit Is Normaal viene da dire – ancora una volta – che a parlare per noi sono spesso le nostre convinzioni e i nostri pregiudizi. Anche quando pensiamo di non averne.
«E se nonostante tutto questo non mi darete ascolto, ma vi comporterete da miei nemici, anch’io diventerò vostro nemico pieno d’ira e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. Mangerete la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie». «Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno esser messi a morte; il loro sangue ricadrà su loro». «Una donna dovrebbe imparare in tranquillità e completa sottomissione». Da quale libro sacro sono estratti questi passi?
Se avete risposto sicuri “Il Corano”, avete sbagliato. Ma state tranquilli, siete in buona compagnia. Almeno secondo l’esperimento “The Holy Quran Experiment“ condotto da Sacha Harland e Alexander Spoor dopo la strage di Parigi e «l’associazione tra Isis e Islam». I due blogger olandesi hanno letto ai passanti alcuni versetti – particolarmente cruenti o controversi – tratti dal Vecchio Testamento, presentandoli come estratti dal Corano e chiedendo loro di commentarli. Non è difficile immaginare quali siano state le risposte: è stato sufficiente avvolgere nella copertina del Corano un’edizione della Bibbia per svelare i pregiudizi da cui sembra difficile riuscire a sfuggire. Nessuno, o quasi, ha dubitato che quelle “belle parole” provenissero dal libro sacro dell’Islam. Anzi. I commenti vanno dalla disapprovazione alla dissociazione sino alle reazioni scandalizzate. C’è chi ha dissertato sull’inevitabile effetto lesivo di certi insegnamenti, chi ha parlato della volontà dell’Islam di «forzare il tuo modo di pensare», chi si è scagliato contro l’arretratezza della visione islamica e chi ha comparato al Corano brutto e cattivo la Bibbia, molto più moderata e «orientata alla pace». Addirittura, c’è chi si dichiara preoccupato «che alcune persone vedano la verità assoluta in questi vecchi libri». Come era facilmente prevedibile, tutte le risposte alla domanda su quali siano le differenze tra i due testi sacri enfatizzano la distanza abissale che li separa, evidenziando la netta superiorità della seconda rispetto al primo.
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Un coro di «WTF?», «What the hell?» «Serious?» accompagna lo svelamento del trucco. Ma il commento che sopra tutti rende giustizia al lavoro dei due blogger è quello di un ragazzo che esclama allucinato: «Questo è davvero incredibile. È una cosa malata, una cosa malata», salvo poi aggiungere, dopo un secondo: «Davvero, è solo un pregiudizio. Cerco sempre di non averne, ma a quanto pare ne ho anche io».
L’esperimento è stato condotto in Olanda, un Paese profondamente diverso dal nostro, e decisamente meno cattolico. Ma siamo sicuri che il risultato sarebbe stato diverso in Italia? Natale, si sa, è periodo di feste, luci e ritrovata cristianità. È periodo di battaglie per il presepe, il crocifisso, per la difesa delle “nostre radici cristiane”. Ma gli strenui difensori che in questi giorni lottano contro i barbari che vogliono strapparci le nostre tradizioni saprebbero riconoscere le parole del testo Sacro cui tanto fanno appello?
Il fatto che entrambi i testi sacri delle tre grandi religioni monoteiste possano essere – anche – cruenti, punitivi, estremamente dogmatici non significa che tutte le religioni siano inevitabilmente e intrinsecamente violente. Ma come i versetti della Bibbia che fanno imbarazzare noi Occidentali non rendono Cattolici ed Ebrei dei potenziali mostri allo stesso modo non possiamo addebitare alle parole del Corano l’orrore che vediamo intorno a noi. Cerchiamo di ricordarcelo ogni volta che dietro un musulmano cercheremo di vedere un potenziale terrorista.