Confederations Cup: il Brasile trionfa a ritmo di samba

brasile 01 lug 2013Con una partita pressoché perfetta, il Brasile di Felipe Scolari schianta la Spagna con un secco 3-0, aggiudicandosi così la Confederations Cup, con la speranza che questo sia un buon viatico in vista del Mondiale della prossima estate. L’Italia invece, dopo l’amarezza per la semifinale persa ai rigori contro la Spagna, si rifà sull’Uruguay, portando così a casa un terzo posto incoraggiante, visto anche il gioco espresso in campo.

Che questa sia la fine di un’era? Questo verrebbe da pensare dopo aver assistito alla finale della Confederations Cup tra Brasile e Spagna. Sì perché dopo un lustro di dominio incontrastato sul palcoscenico sia europeo che mondiale, la Spagna scende dal trono, e la caduta è di quelle rovinose. E’ pur vero che stiamo parlando della Confederations Cup, una competizione la cui utilità è ancora tutta da trovare e spiegare, ma perdere una finale lascia sempre l’amaro in bocca, soprattutto se, come in questo caso, la palla non riesci neanche a vederla. Il Brasile gioca una partita splendida, i giocatori in campo si muovono in modo armonico, a ritmo di samba, annichilendo e svilendo il tiki-taka spagnolo, troppo lento e prevedibile, soffocato da un pressing continuo e da una chiusura feroce degli spazi. Il centrocampo delle furie rosse va ben presto in tilt, e i verdeoro ne approfittano per colpire con fulminei contropiedi che mandano in bambola la difesa spagnola.{ads1}Un capolavoro tecnico e tattico quello dei brasiliani, che porta chiara la firma in calce del suo allenatore, Felipe Scolari, uno dei grandi santoni del calcio mondiale, forse sempre troppo snobbato a livello di club. Scolari sta riuscendo in un’impresa titanica: infondere nel Brasile concetti chiave del calcio europeo, soprattutto per quanto concerne la fase di non possesso. E, ad esempio, vedere un giocatore come Hulk, che nella sua squadra di club, lo Zenith, fa il diavolo a quattro ad ogni palla che non gli viene servita, ripiegare in difesa fino a fare il terzino è la chiara esplicitazione di tutto ciò. Ma la più grande intuizione di Scolari è stata senza dubbio lì davanti, con la coraggiosa scelta di affidare le chiavi dell’attacco a Fred: l’ha voluto come terminale offensivo, e il navigato attaccante della Fluminense ha sorpreso tutti, segnando 5 reti, due delle quali nella finale di ieri, e sfornando prestazioni sempre di altissimo livello. Scolari è un genio, il caso è chiuso!

Prima della finale, è andata in scena la finalina tra Italia ed Uruguay. Ora, considerando che la Confederations Cup già di per sé conta poco e niente, figuriamoci quali stimoli ci possono essere nello giocare una finale per il terzo posto. Detto questo comunque va premiato l’impegno messo in campo da entrambe le squadre, ma fare valutazioni viene ovviamente difficile. Di certo c’è che l’Italia torna a casa con un terzo posto e tanta amarezza per la semifinale persa ai rigori contro la Spagna, ma anche con la consapevolezza di un progetto che continua a prendere forma, il che in vista del prossimo Mondiale non può far altro che ben sperare.

 

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