NBA: Cleveland va piano…andrà lontano?
Golden State incanta, continua a battere record e ne minaccia altri, San Antonio si tiene in scia. Ad Est, Cleveland sta gestendo le forze. Equilibrio sull’Atlantico, con Miami sconfitta stanotte da Washington. Vincono anche Charlotte, Toronto e Boston. Ad Ovest, buoni successi di Dallas e Clippers.
Quando sabato Cleveland si è recata a Miami, Lebron James è rimasto in borghese. Coach Blatt ha deciso il suo riposo dopo che il match di New Orleans di 24 ore prima, concluso all’overtime, ha portato i Cavs all’albergo di Miami alle 5 del mattino. LeBron ha osservato il suo vecchio compagno Wade firmare 19 punti e gli Heat scavalcare proprio Cleveland in vetta alla Conference. Quella passata è stata una settimana di sole sconfitte, tre, per i chiari favoriti dell’Est.
C’è da preoccuparsi in chiave post-season? Al momento, San Antonio e soprattutto Golden State paiono irraggiungibili. Però i Cavs si stanno gestendo, Blatt sa che ad organico completo i suoi non sono inferiori a nessuno e ciò che conta è giungere al massimo a giugno, avere LeBron riposato, Love sano e recuperare Irving. Il 23enne play, infortunatosi al ginocchio in gara1 delle scorse finals, non ha ancora esordito in questa stagione. E’ però tornato allenarsi ed anche se non è stata comunicata una data di rientro, in Ohio si spera possa avvenire entro fine anno, magari nello show natalizio contro Golden State.
Fra Cleveland prima ed Orlando nona ad Est ci sono la miseria di due vittorie di differenza, 13-7 contro 11-9. L’Est non ha ancora trovato una precisa fisionomia, solo Brooklyn e la derelitta Filadelfia sono fuori dai giochi.
Miami è stata sconfitta sul proprio campo da Washington. Avanti per tutta la partita, i Wizards si sono fatti rimontare fino al 103 pari a 2’28” dalla fine, ma da lì hanno piazzato un 11 a 0 di parziale con Neal protagonista e Wall infallibile ai liberi.
Charlotte è in forma, ennesima vittoria (9 su 12) in North Carolina, stavolta contro Detroit, che veniva da 4 successi ed ha in Drummond il primo rimbalzista della lega. Pistons puniti da un pessimo terzo quarto e dai canestri di Zeller.
Momento negativo per Chicago, sconfitta a domicilio da Phoenix, che non stava raccogliendo grandi soddisfazioni dal proprio tour in trasferta. I Suns si sono imposti 103 a 101 con un canestro decisivo di Teletovic a tre decimi dalla fine dopo essere stati sotto anche di 16. Grande l’ultimo quarto di Knight, autore di 17 punti sui 21 totali.
Dopo aver messo paura sabato ai Warriors, Toronto ha superato i Lakers. Anche l’Air Canada Centre ha tributato un’ovazione a Kobe Bryant, all’ultima apparizione dalle loro parti. Buona vittoria di Boston – trascinata da Thomas – a New Orleans, mentre Milwaukee sta tentando di risalire. I Bucks hanno sconfitto in volata Portland grazie ad un canestro di Monroe e ad una stoppata di Henson su Meyers Leonard.
Golden State è 22 a 0, irreale. Il record di 72-10 dei Bulls di Jordan nel 1996 sembra raggiungibile, Curry sta toccando vette di pura poesia cestistica, ma lui e compagni sanno come tutto debba essere finalizzato alla conferma dell’anello. Tra l’altro anche San Antonio va fortissimo (18-4) stanotte ha potuto permettersi di lasciare fuori Duncan e Ginobili e senza Leonard influenzato ha comunque inflitto a Filadelfia la più pesante sconfitta casalinga (68-119) della sua storia.
Con l’ennesimo rientro di Durant, Oklahoma si è installata al terzo posto ad Ovest davanti a Dallas, che stanotte ha battuto New York. Non è bastata ai Knicks la prova da 28 punti del sempre più determinante Porzingis. Ne ha firmati tre in più del suo idolo Nowitski, ha infiammato il Garden con le sue triple ma i Mavs sono riusciti a tenere, grazie anche alla solida prova di Deron Williams.
Momento no per i giovani Wolves, quattro sconfitte di fila, l’ultima stanotte contro i Clippers. LA non sta certo entusiasmando sinora, Griffin è stato anche “posterizzato” da una schiacciata del 39enne Garnett, ma ad assicurare il successo hanno pensato i punti ed i rimbalzi di DeAndre Jordan, che nella fase decisiva ha stoppato due volte LaVine, consentendo proprio a Griffin di firmare il sorpasso.