Benitez e l’importanza del capro espiatorio

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Benitez perplesso

“Benitez guarda twitter”. Quando i tifosi del Cadice hanno cominciato ad intonare questo coro nella panchina madrilista s’è capito che c’era qualcosa che non andava. Chendo, il team manager, in panchina e Butragueno in tribuna hanno cominciato febbrilmente a telefonare. Ma oramai la frittata era fatta. Ma che era successo? Il Real Madrid stava giocando in coppa del Re contro il Cadice e Benitez, nello schierare la formazione, non si era reso conto che il giocatore Cheryshev era squalificato. Benitez è ovviamente il responsabile essendo l’allenatore ma nessuno, né Chendo e né Butragueno, non l’allenatore in seconda, non qualcuno della società più ricca del mondo ci ha fatto caso. E’ notizia di oggi che la partita è stata quindi persa a tavolino e il Real Madrid estromesso dalla Coppa. Un disastro per Benitez, già poco amato a Madrid ed ora totalmente nell’occhio del ciclone. Una settimana terribile per lui. Prima la sconfitta in casa nel clasico contro il Barcellona per 4 a 0. Poi l’eliminazione dalla Coppa. Poi Marcelo che non convocato perché secondo l’allenatore non è pronto che scrive su Twitter che sta benissimo. Piquè che irride gli avversari sempre su Twitter, il pubblico che vuole la sua testa, Cristiano Ronaldo che (pare) abbia dichiarato: o io o lui. Ed è facile intuire chi preferirebbero i tifosi e la società merengues.

 

Rafa-Benitez
Rafa Benitez

A dire il vero qualcuno del Real Madrid se ne era accorto, tale Emilio Rosanes, chi era costui? Un tifoso del Real ed ex arbitro di serie C con una strana passione per le squalifiche ed i bollettini della Federcalcio Spagnola. Quando sente alla radio le formazioni si accorge immediatamente della magagna e prova a salvare la squadra dei suoi beniamini. Telefona al numero verde del Real, ma non se lo fila nessuno, tenta la strada del fax in sede, ma anche questo non lo legge nessuno, o perlomeno nessuno lo prende in considerazione. A quel punto la partita inizia, e Cheryshev al terzo minuto segna pure. A quel punto, sconfitto, il nostro Emilio prende il telefono e chiama una radio privata che sta commentando la partita e spiega loro cosa è successo. La radio diffonde la notizia che poi si propaga sui social. I tifosi del Cadice presenti allo stadio vengono avvisati e cominciano ad intonare il famoso coro che fa scattare i controlli (finalmente) dello staff del Real e Benitez tenta una disperata toppa facendo uscire il giocatore a fine primo tempo. Ma oramai il danno è avvenuto. Ed il colpevole per i tifosi sarà lui. Benitez. Anche perché non è nuovo a questo errore. Anni fa, quando allenava a Valencia, sempre in coppa, fece entrare all’ultimo minuto il rumeno Serban. C’era il limite di massimo di tre extracomunitari in campo e la Romania ancora non era in Europa. Benitez non lo ricordò e nemmeno il resto dello staff. Regolamento violato e partita persa a tavolino. Immediatamente è stato ripescato questo errore ed ancora una volta Benitez è stato deriso e sbeffeggiato.

 

Benitez
Benitez ai tempi di Napoli

Benitez è un allenatore che ha vinto tantissimo, Champions, Europe League, coppe nazionali varie, supercoppe ma, a parte i due scudetti a Valencia, non è considerato granché dagli appassionati, uno strano destino il suo. Le vittorie son sempre merito di qualcun altro, le sconfitte sempre sue. E’ stato pochi mesi all’Inter, vincendo due trofei, ma nessun interista lo rivorrebbe mai. Ha numerosi e blasonati nemici (Mourinho e Ferguson su tutti) ma pochissimi estimatori. Sarà quella faccia da salumiere onesto, quello che non ti dice “è un etto e mezzo che faccio lascio??” esarà forse quello a fare di lui un bersaglio. Anche in questo caso è forse il meno colpevole di tutti, il Real ce l’avrà qualcuno in società che può controllare gli squalificati, ma il colpevole perfetto è lui.

 

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Roman Virastyuk

C’è poi chi la colpa non la può dare proprio a nessuno. Come Roman Virastjuk. Reso celebre dalla Gialappa’s si rovinò l’occasione della carriera da solo, con le sue mani. Roman aveva avuto una carriera discreta, nessuna vittoria significativa, qualche piazzamento, i migliori dei quali nei mondiali militari. Quelle Olimpiadi erano la sua grande occasione. Era arrivato all’ultimo lancio, gli mancavano solamente 40 cm per arrivare sul podio,per una medaglia olimpica. Si presentò in pedana concentratissimo. Cominciò a caricarsi facendo segno al pubblico di sostenerlo, ed il pubblico rispondeva. Faceva ruggiti, si dava le botte sulle spalle, insomma si faceva coraggio. Ed il tempo passava. Entrò in pedana, fece gli ultimi sforzi per trovare la concentrazione e la postura giusta e quando stava per lanciare…la sirena! Tempo scaduto, nella sua pantomima aveva consumato interamente i suoi 90 secondi, senza aver lanciato, avendo perso l’occasione della sua vita, così, senza nemmeno provarci. Quando se ne rese conto questo omone gigante, con dei gran baffoni biondi, crollò. L’ultima immagine che si ha di lui lo vede seduto, con le mani tra i capelli che singhiozza. Fa tenerezza, vederlo così piegato e senza nemmeno un Benitez a cui dare la colpa.