Il Colosseo riapre: trovati i fondi per gli straordinari

Le foto dei turisti inferociti davanti al simbolo della Capitale hanno fatto il giro del mondo: dopo i giorni di chiusura, il Colosseo riapre i battenti. Il motivo? L’amministrazione è riuscita a garantire il pagamento degli straordinari e la protesta sindacale è andata scemando.

Sono stati finalmente sbloccati, infatti, i fondi accessori per i funzionari del ministero per i Beni, le attività culturali e il turismo: gli arretrati comprendevano le retribuzioni da gennaio al mese corrente e avevano scatenato la chiusura di siti d’interesse culturale e archeologico di tutta Italia.

 
IL MINISTRO MASSIMO BRAY – Parole di indignazione e vergogna sono quelle con cui il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo ha commentato la vicenda: «Nel momento in cui abbiamo scommesso sul turismo e la cultura – ha dichiarato – e facciamo trovare chiuso uno dei luoghi simbolo del Paese, come il Colosseo, è una cosa che offende veramente questo Paese e i suoi cittadini. Vorrei impegnarmi sul Colosseo e su Pompei perché sono luoghi unici al mondo e se non riusciamo ad aprirli perché non possiamo pagare gli stipendi è chiaro che qualcosa non va, non si può andare avanti cosi; il governo deve dare risposte chiare, forti e senza dubbi».
 
SINDACATI NON ANCORA SODDISFATTI – Non sono rassicuranti le dichiarazioni di Cgil, Cisl e Uil: i segretari pretendono di essere ricevuti dal ministro Bray prima di venerdì per scongiurare altre manifestazioni di protesta e altre possibili chiusure. Si parla dello sblocco dei pagamenti come «primo passo di una serie di obiettivi» ed è Valentina Di Stefano segretaria Cisl per i Beni culturali a spiegare: « La mobilitazione per noi comunque continua perché restano aperte le questioni della carenza del personale e del superamento del 30% dei festivi». Questo chiaramente non permetterà al personale di recarsi sul posto di lavoro durante i giorni festivi perché raggiunta la soglia in questione: per quanto l’impegno di Bray sia stato riconosciuto, dunque, i sindacati non demordono.
 
{asd1}
 
GLI INCASSI PERSI – E mentre le schermaglie tra sindacati e ministero continuano si contano le perdite per l’Anfiteatro Flavio: solo nelle tre ore di chiusura domenicali è stato impedito l’ingresso a quasi quattromila persone, senza contare i gruppi che avevano effettuato in precedenza la prenotazione della visita. La perdita stimata, per queste poche ore, risulta di circa 40mila euro. E il dato fa tremare a fronte della minaccia di nuove, e più lunghe, chiusure del Colosseo. Colosseo che intanto sta a guardare e, forse, rimpiange la dinastia flavia.
 
 
di Alessandra Corsini
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *