Violenza sulle donne. È una questione di salute pubblica

violenza-sulle-donne-è-emergenza-sanitàLo scenario è quello di un’epidemia mondiale. Ne parla l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, che pubblica il primo studio sistematico sulla violenza di genere. Le conseguenze sociali del fenomeno dunque, stanno prendendo altre forme: i problemi di salute connessi alle violenze di genere si moltiplicano e si ripercuotono non solo sulle vittime dirette, ma anche sul nucleo familiare in toto. 

 Vediamoli in dettaglio. Secondo il rapporto le donne soggette a violenza hanno una maggiore possibilità di riscontrare complicazioni durante la gravidanza, di mettere al mondo figli con seri problemi di salute già dalla nascita o peggio di abortire, senza contare i danni fisici, come fratture e segni di percosse. Soprattutto nei Paesi del terzo mondo, dove gli stupri sono una pratica radicata nei territori flagellati dalle guerre o ancor peggio una vera e propria strategia militare, come nel caso della guerriglia in Congo, il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili è pari quello di beccarsi un’influenza. E una volta rimarginate le ferite e scomparsi i lividi, ciò che resta sono tutta una serie di ricadute psichiche che spesso portano all’abuso di alcool o alla depressione. Come afferma Margaret Chan, Direttore generale dell’Oms: <<La violenza contro le donne è un problema mondiale di salute pubblica di proporzioni epidemiche>>, e come tale va affrontato, ci permettiamo di aggiungere.

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I dati. Un terzo delle donne del mondo (il 35%) è vittima di violenza e una buona percentuale, il 30%, subisce abusi da parte del partner. La maglia nera spetta all’Africa, che conta 45,6 % di episodi di violenza legati al genere, seguita dal Sud Est Asiatico con il 40,2 % e dall‘America (Settentrionale e Meridionale) con il 36,1%. Le zone del Mediterraneo Orientale hanno una percentuale del 36,1 % ; in Europa siamo al 27,2%. Nei Paesi ad alto reddito la situazione non è confortante visto che la percentuale delle violenze di genere si aggira intorno al 33%. In effetti anche nei precedenti rapporti l’Oms aveva sottolineato come nei Paesi più industrializzati e economicamente più avanzati le percentuali fossero allarmanti, proprio in virtù del fatto che è la cultura di genere che va globalmente analizzata e riformata e che il fenomeno è indipendente dalle condizioni sociali dei vari stati.

Fonti: Oms, Sportello dei diritti

di Maria Chiara Pierbattista

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