Perfect Day, risanare le ferite di guerra con l’arma dell’ironia
Presentato in anteprima alla 68ª edizione del Festival di Cannes, Perfect Day dello spagnolo Fernando León De Aranoa sarà nelle sale italiane dal prossimo 10 dicembre. Una piccola produzione indipendente con un cast di richiamo internazionale che include Benicio Del Toro, Tim Robbins, Olga Kurylengo e Mélanie Thierry. Siamo “da qualche parte nei Balcani”, nel 1995. Sullo sfondo di un paese teatro di guerra e devastazione, quattro operatori umanitari cercano di portare a termine una missione apparentemente semplice: rimuovere un cadavere da un pozzo per evitare che contamini l’acqua della zona. Compito facile solo in apparenza appunto, perché in tempo di guerra persino la ricerca di un oggetto banale come una corda può diventare una missione impossibile.
Il regista De Aranoa, che in passato ha realizzato un documentario sul lavoro in Uganda di Medici senza Frontiere, racconta che: “un cooperante australiano una volta mi disse che gli operatori umanitari si dividono in tre categorie: i missionari, i mercenari e i disadattati. Ci sono le persone che arrivano e vogliono salvare il mondo; persone che stanno sul campo da anni e persone che hanno rimbalzato da una conflitto all’altro per così tanto tempo che ormai non potrebbero fare nient’altro. In Perfect Day ritroviamo tutte e tre le tipologie”. Il film affronta il tema della guerra da un punto di vista insolito, sfruttando l’arma potente e spiazzante dell’ironia, unica cura efficace contro l’irrazionalità di un tale contesto, ma anche un registro inusuale per un argomento del genere. De Aranoa riesce a costruire una storia surreale e divertente, che sta in piedi soprattutto grazie a dialoghi brillanti, personaggi iperrealistici e una regia capace di passare agilmente da toni tragicomici a toni drammatici. Perfect Day è un rocambolesco viaggio on the road, destinato a non risolversi mai. Si svolge in un tempo e in un luogo poco definiti, perché poco importanti.
Ciò che interessa è soprattutto ritrarre un’umanità che va avanti nonostante la tragedia, o almeno ci prova, secondo il punto di vista di un gruppo di operatori umanitari costretti a scontrarsi con la complessità della burocrazia, la cooperazione difficoltosa con l’esercito e la diffidenza della popolazione locale. Ma anche con la brutalità del conflitto, rappresentata in modo inedito: non vediamo mai spari o bombardamenti, piuttosto il dramma sta tutto nelle disavventure di chi opera sul campo e si trova davanti una follia dai tratti sfumati, tanto che il nemico è impossibile da identificare e in tempi difficili può diventare persino la persona che vive nella casa accanto alla nostra. E alla fine della giornata capita anche di non aver risolto nulla e di doversi fare carico della propria impotenza rimettendosi in viaggio, senza stare a meditare troppo sulle ingiustizie, perché pensare è un lusso che è meglio non concedersi. Perfect Day possiede il pregio, raro, di coniugare intrattenimento e riflessione. Un invito a non perdere speranza e umanità, oggi più attuale che mai.