Processo Ruby: 7 anni di “cene eleganti” in carcere

L’homo politicus più indagato del mondo trova condanna in primo grado nel cosiddetto processo Ruby, che lega a doppio filo l’ex premier con una minorenne marocchina in uno scandalo morale prima ancora che politico e giudiziario che si è concluso per Berlusconi con una condanna a 7 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Sono innumerevoli i processi che gravano come spada di Damocle sulla testa di Silvio Berlusconi: alcuni è riuscito a farli cadere in prescrizione, altri li ha aggirati con leggi ad personam, in altri è ancora impantanato, come il processo Mediaset per cui è stato condannato a quattro anni in secondo grado. Ma i guai più grandi glieli hanno procurati i suoi vizietti, quelle “cene eleganti” fatte di burlesque, bunga bunga e prostituzione minorile. Chissà se col senno di poi avrebbe agito diversamente Berlusconi quella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando telefonò al funzionario della Questura di Milano per far rilasciare Karima el Mahroug, passata alla storia come Ruby Rubacuori, una minorenne a cui Berlusconi doveva tenere molto per dire, mentendo, che andava rilasciata perché nipote dell’allora presidente egiziano Mubarak.

In tutta questa storia lo scaltro caimano che domina la scena politica italiana da vent’anni è la vittima. Vittima di se stesso, dei suoi vizi e delle sue manie, soggiogato da una schiera di olgettine che crede di controllare dall’alto del suo scranno senza accorgersi che invece sono quelle ragazze a ridersela di gusto, incredule di aver trovato la loro gallina dalle uova d’oro. Sembra che continui a giocare Karima quando si è ritrovata a testimoniare nel processo collaterale, lo scorso 24 maggio, rispondendo col suo piglio impertinente e indisponente al pm Antonio Sangermano, dando versioni diametralmente opposte rispetto a quelle dei verbali del 2010. Un dietrofront che stavolta cerca di salvare la faccia all’ex premier ma che è privo di credibilità, probabilmente costato a Berlusconi 4,5 milioni di euro. Ma è tutto inutile.

Le dure requisitorie di Ilda Boccassini hanno trovato accoglimento e anzi vedono incrementata di un anno la richiesta di condanna: Silvio Berlusconi è stato giudicato colpevole per concussione per costrizione e prostituzione minorile e condannato a sette anni di galera e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. I giudici del Tribunale di Milano hanno inoltre disposto la confisca dei beni già sequestrati a Karima el Mahroug e al suo compagno Luca Rizzo. Si conclude così, almeno in primo grado, una delle storie più squallide di questi anni. Ma resta una vittoria giuridica e non politica, resta il solito Berlusconi che, contornato dai suoi, continua a millantare innocenza e gettare discredito sui giudici, e resta la Ruby di turno pronta a volare in Messico e togliere il disturbo con uno schiocco di dita, perché chi ha poco ha poco da perdere. Ciò che invece è sparito da tempo, risucchiato dal gossip, è la politica.

di Francesca De Leonardis

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