Tensione Russia-Turchia: due ex-imperi creano crisi internazionale
Il premier russo Dmitry Medvedev, ha dichiarato che la Russia sta prendendo in seria considerazione l’ipotesi di cancellare alcuni progetti previsti in partnership con la Turchia facendo riferimento alle partecipazioni da parte di aziende turche nel mercato russo e alla realizzazione della centrale nucleare di Sinop su suolo turco. Ma in cantiere c’è anche il progetto Turkish Stream. Con la tensione salita alle stelle tra Russia e Turchia però la preoccupazione maggiore è rivolta alle forniture di gas tra i due Paesi, e Ankara studia le proprie alternative. Tutto ciò dopo l’abbattimento del jet russo da parte degli F16 di Ankara.
Questo è solo l’inizio di una crisi iniziata dopo l’abbattimento del jet russo da parte della Turchia, come se non bastasse la crisi internazionale con l’idea del terrore da parte dello Stato Islamico dell’Isis. Sembra sempre di più uno scenario che porta ad un’ inquietante conflitto mondiale, la temutissima terza guerra mondiale. Infatti, dopo l’attacco terroristico avvenuto a Parigi, Hollande dichiara che la Francia è in guerra. Dopo l’assedio avvenuto a Bruxelles contro i terroristi, il Belgio sembra entrato in uno stato di guerra. La Russia, che invia uomini di terra e di mare contro gli anti-Assad in Siria e un suo jet viene abbattuto dalla Turchia, è ufficialmente in guerra. Ora, l’ultima notizia arriva dall’eterno conflitto tra Russia e Ucraina, dove Kiev annuncia la chiusura dello spazio aereo alla Russia, contro possibili provocazioni.
Senza dubbio siamo di fronte ad una crisi internazionale senza precedenti negli ultimi anni, un clima di una nuova guerra fredda, da molti considerato più da terza guerra mondiale. Lo scontro Russia-Turchia infiamma ancora di più questa crisi. “Volava oltre confine siriano nei nostri territori” accusa Ankara; “non è vero, abbattuto mentre volava in Siria”, risponde Mosca. Konstantin Murakhtin, uno dei piloti russi caduti in territorio siriano che è stato salvato, assicura di “non aver violato lo spazio aereo di Ankara nemmeno per un secondo e di non essere stato avvertito in nessun modo prima di essere abbattuto. Continua: “Non è possibile che noi si abbia violato il loro spazio aereo nemmeno per un secondo. Stavamo volando a un’altitudine di 6mila metri in perfette condizioni meteo e ho sempre avuto il controllo totale della rotta. Non c’è stato nessun avvertimento, né visivo né via radio”. Mentre tutta la comunità internazionale fa appello ad evitare un’escalation e una nuova guerra fredda, Turchia e Russia continuano a provocarsi. In mezza giornata hanno parlato i vertici di entrambi i Paesi, a partire dai presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan. E le parole che si alternano tra concilianti e provocatorie. “E’ stata una pugnalata alle spalle da parte dei complici del terrorismo”, così ha commentato il presidente russo Putin, aggiungendo: “Avrà conseguenze tragiche nei rapporti tra Russia e Turchia”,“è un “evento che va oltre i limiti dell’ordinaria lotta contro il terrorismo”.
Il presidente americano Barack Obama intanto ha chiamato Erdogan esprimendo il sostegno di Usa e Nato alla Turchia e al suo diritto di difendere la propria sovranità, dicendosi anche d’accordo col premier turco sulla necessità di evitare un’escalation con Mosca e assicurare che non si ripetano altri incidenti. Così facendo, Obama, surriscalda ancora di più l’evento irritando Putin e la Russia stessa. In più fa capire che non tutti i dittatori sono uguali, non importa se Erdogan non è democratico con il suo popolo, l’importante che sia un dittatore fedele agli USA.
Interessante è capire i motivi di questo gelo tra Erdogan e Putin, gli obiettivi ovviamente sono strategici, e proprio la Siria è il campo di battaglia. Erdogan vuole rovesciare Assad per trasformare la Siria in un grande stato sunnita, mentre Putin vuole salvare Assad dall’ipotesi sultanato della Turchia, per poter assumere un ruolo preminente anche in Medio Oriente, indebolendo così gli USA, il principale sostenitore della Turchia. Putin ha stretto accordi con tutti gli Stati limitrofi, da Israele (militare) a Iran, Iraq e Libano (economico), ma non con la Turchia.
Intanto, anche in questo caso, si dimostra l’incapacità dell’UE di far fronte ad un’altra crisi, rimanendo in disparte e non mostrando di avere voce in capitolo, con l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, completamente in silenzio. Così Russia, Turchia e gli stessi Stati Uniti fanno ai confini con l’Europa ciò che vogliono.