Pedofilia: il palazzo dei bambini perduti

Questa è la storia di una bambina, il cui nome purtroppo le ha giocato un brutto scherzo del destino: si chiamava Fortuna. La bambina, di soli 6 anni, il 24 giugno del 2014 era stata trovata morta, gettata probabilmente da un piano alto del palazzo in cui viveva con la mamma. Il terribile episodio avvenne a Caivano, un quartiere nella periferia di Napoli, nella zona Parco Verde, dove sorgono alti palazzi di cemento, le famose case popolari dove si è consumata questa terribile tragedia, ma non solo. Quello che si sa è che il corpicino della piccola Fortuna viene ritrovato senza una scarpa. I dubbi sono inizialmente che la bambina possa essere accidentalmente caduta, ma dopo alcuni accertamenti si capisce che la bambina è stata volontariamente gettata dall’ottavo piano del palazzo. Inoltre dalle prime analisi emersero i primi dati agghiaccianti, ovvero che la piccola Fortuna Loffredo era stata abusata più volte, subiva delle violenze quindi che duravano già da tempo e che, con tutta probabilità, ricollegano al movente dell’omicidio.

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Ma Fortuna non è l’unica vittima dell’inferno dell’Isolato 3, dove è presente questa palazzina di 8 piani che ospita un “orco”, ospita una persona che ha abusato di altri bambini, quello è il palazzo dei bambini abusati, o meglio, dei bambini perduti. In tutta la scala di un palazzo intero c’è qualcuno che copre una vera e propria storia di abusi e pedofilia. Qualche giorno fa in una trasmissione televisiva hanno intervistato il parroco di Parco Verde a Caivano, Don Maurizio Patriciello, che ha, giustamente, chiesto di cancellare l’omertà, di parlare, per evitare altri danni simili ad altri bambini, dal momento che un anno prima di Fortuna, dallo stesso palazzo, era caduto un altro bambino, Antonio, nel 2013, il fratellino della migliore amica di Fortuna, dal settimo piano, più o meno con le stesse modalità. Ma, in quartieri del genere, dove comunque esiste un covo di droga, criminalità e camorra, l’omertà è quasi un elemento imprescindibile, mentre ovviamente in questo caso bisognerebbe parlare e capire effettivamente perché questi bambini hanno subito abusi e soprattutto da chi. Non bisogna pensare che la pedofilia attecchisca nei quartieri più poveri, ma invece bisognerebbe eliminare l’omertà per capire cosa accade in un intero palazzo ai bambini che vi abitano e chi c’è dietro questo scempio umano, di cui diventa responsabile anche chi copre i fatti e la verità. Si tratta di donare un po’ di giustizia alla piccola Fortuna. Ma cosa accadde il 24 giugno del 2014?

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Fortuna era uscita per andare a giocare dall’amichetta che abita sopra di lei e ricomparve schiantata sull’asfalto del cortile poco dopo. Aveva 6 anni, Fortuna, e si scoprì che era stata stuprata, ma non il giorno in cui morì: da molto tempo e molte volte. L’uomo che per primo la soccorse fu arrestato qualche mese dopo, sospettato di aver violentato la figlia di dodici anni. E la mamma dell’amichetta di Fortuna è stata arrestata l’altro giorno insieme al convivente. L’accusa terribile sarebbe la seguente: lui abusava di un’altra figlia di lei, che ha tre anni, e la donna sapeva e copriva. Era già indagata per omicidio colposo per la morte di suo figlio Antonio che a due anni, nel 2013, precipitò dal settimo piano di quello stesso palazzo, dalla casa della nonna. Succede tutto dentro l’isolato 3, dove la mamma di Fortuna, Domenica Guardato, ha sempre detto che vive anche chi le ha ucciso la figlia. Ora lei non sta più qui, si è dovuta trasferire in Emilia da una sorella quando ha avuto il divieto del giudice di abitare a Caivano perché è coinvolta in un’indagine su un giro di soldi falsi. Il papà di Fortuna, al momento della sua morte, si trovava in carcere, ma ha espresso più volte la necessità che la gente parli per fare luce sulla morte della piccola Fortuna.

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Ma più dell’illegalità è l’omertà che colpisce, e la promiscuità, di cui il procuratore di Napoli Nord Francesco Greco parlò subito, convincendosi che Fortuna non era stata vittima di un incidente. Ma ancora oggi nessuno ha mai dato spunti agli inquirenti, c’è sempre questa filosofia del silenzio che aleggia, che non fa parlare e che lascia le indagini in un limbo, in un limbo di silenzio e orrore dove viaggiano ancora le anime di questi poveri bambini, senza un’effettiva giustizia. Per ora il padre dell’amichetta di Fortuna è indagato e sembrerebbe anche la madre, che avrebbe coperto gli abusi sia sulla figlia che sulla piccola Fortuna.

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