Carpi, i record negativi e gli sciatori africani

Il Carpi ha perso (anche) domenica scorsa 1-2 in casa contro il Chievo. Rimane così a soli 6 punti sul fondo della classifica. Nulla è ancora perduto, c’è ancora tutto il tempo per il riscatto ma la sensazione è quella di una squadra che non ci crede granchè.  Nessuno pretende la luna dal Carpi ma dopo l’esaltante cavalcata in serie B si pensava che avrebbe fatto un pochino meglio. Il Frosinone, l’altra cenerentola della serie A, si è finora presa qualche soddisfazione ed è comunque a due punti dalla zona salvezza. I paralleli tra le due esordienti finiscono qua. Il Carpi ha rivoluzionato la squadra, ha poi cacciato l’allenatore e dopo poco se lo è ripreso. Il Frosinone sta contando sul gruppo che lo ha portato in serie A. L’impressione è che la dirigenza del Carpi stia un po’ sbagliando atteggiamento, non per gli acquisti, ma per la frenesia. I tifosi, dal simpaticissimo nome “Guidati dal Lambrusco” che tra commandos, brigate e nomi aggressivi sembra il nome di un gruppo che la domenica va a fare scampagnate, sicuramente perdonerebbero una retrocessione, che ci auguriamo, ovviamene, che non avvenga (anche se così dicendo la auguriamo a qualcun altro), quel che non perdonerebbero è che ciò avvenisse senza lottare, senza spirito garibaldino. Senza combattere quindi. Mentre ci sono stati dei perdenti “celebri” che proprio per lo spirito messo in campo (o in pista), sono anche oggi ricordati. Disastrosi si, ma con onore.

 

Lo stemma del Derby county
Lo stemma del Derby county

Il Derby County, nella stagione 2007/08 fece il record negativo dei punti in Premier League. Vinse una sola partita, quasi ad inizio campionato, e poi una serie interminabile di sconfitte inframmezzata da qualche sporadico pareggio. Anche qui ci furono cambi di allenatore, anche qui senza risultati apprezzabili. Tutti però concordavano su una cosa. La squadra era troppo scarsa. Ancora oggi ricordata come la peggiore di sempre. Eppure…eppure quella disgraziata stagione viene ricordata e non solo per i record negativi. Ma per il pubblico. Stadio sempre pieno e tifo indiavolato. Sempre. Ed all’ultima giornata addirittura giro di campo a raccogliere l’applauso dei sostenitori. Perché? Perché erano si scarsi, ma ce la mettevano veramente tutta. Sempre. Ed i tifosi perdonano le sconfitte ma sanno apprezzare lo sforzo e la tenacia. E le sconfitte furono ben 29. I numeri erano impietosi ma lo spirito no, l’onore era salvo. Il capocannoniere della squadra ha segnato solamente 4 reti in tutta la stagione? Era comunque il loro bomber. Retrocessero addirittura a marzo, cosa mai successa prima, ma il pubblico non li abbandonò mai, perché per quella maglia i giocatori sputavano sangue. Sempre perdendo, ma con un impegno impagabile.

 

Kwame in azione
Kwame in azione

Ma c’è chi riesce a fare di peggio, o meglio, a seconda del punto di vista. Kwame Nkrumah-Acheampong, il “leopardo delle nevi”. Kwame è ghanese, anche se nato in Scozia, nel Ghana non ci sono montagne. Figurati la neve. Solo che trai vari lavori  che Kwane svolge c’è il receptionist in un albergo di montagna in Inghilterra. E in quell’occasione vede per la prima volta la neve. Ha 30 anni. E’ colpo di fulmine. E prende la decisione. Vuole imparare a sciare per andare alle Olimpiadi. Sul serio. E lo fa! La prima volta gli dice male. L’aereo col quale doveva raggiungere le qualificazioni ha troppo ghiaccio sulle ali e non decolla, salta la qualificazione. Ma lui non demorde ed all’olimpiade successiva ci riprova. E incredibilmente ci riesce. La federazione ghanese gli paga solo l’aereo per il Canada ma alla cerimonia d’apertura lui conquista tutti. Capo delegazione, anche perché la delegazione è solo lui, porta la bandiera e sorride estasiato. Ce l’ha fatta. I canadesi lo adottano e tifano tutti per lui, gli offrono ospitalità, pranzi, tutto. E si presenta nella gara dello slalom maschile con una tuta leopardata, arriva 47° su 48 (ignoro chi sia arrivato 48esimo ma non deve essere stato bello per lui) con 21 secondi e mezzo di ritardo sul primo classificato. Ma il campione morale è indubbiamente lui. Ora si impegna a promuovere gli sport invernali nel suo paese e vuole costruire una pista artificiale ad Akuapen. Un sognatore. Un po’ come Philip Boit, keniano, che alle olimpiadi di Nagano  si presentò nello sci di fondo. Arrivò ultimo a più di venti minuti dal vincitore Bjørn Dæhlie, norvegese, che apprezzando lo sforzo e il coraggio del nostro Boit lo attese al traguardo per stringergli la mano. Boit gli fu talmente riconoscente da chiamare suo figlio Bjørn.

Non importa quindi perdere ed arrivare ultimi se il tuo coraggio, la tua passione e tenacia ti rendono poi comunque speciale ed unico. Quindi coraggio Carpi.