Pulizie straordinarie a Piazza Vittorio
C’era una volta una bellissima piazza porticata, una delle più grandi di Roma, costruita all’indomani dell’Unità, che prese il nome dal primo Re d’Italia diventando così l’emblema della cosiddetta “cultura umbertina”. I grandi palazzi che vi sorsero intorno, con ben 280 colonne nei portici, erano residenze di lusso, generalmente occupate da chi lavorava nei ministeri vicini. Per la realizzazione di Piazza Vittorio sparirono chiese, vie e piazze. Anche la celebre Villa Palombara venne sacrificata, lasciando a suo ricordo solo la “Porta Magica”, uno degli ingressi secondari dell’edificio, salvata per le leggende popolari che si erano diffuse sul suo significato, e collocata a ridosso di un blocco di terra e tufo che testimonia l’altezza del terreno prima dei lavori di sbancamento. Il giardino che la completava era un vero e proprio capolavoro di architettura paesaggistica, con i suoi alti platani, i cedri del Libano, le magnolie e le palme provenienti direttamente da Bordighera.
Da anni però l’importanza storica e culturale di questa zona della città è stata dimenticata. Il rione, investito dalla “fiumana del tempo”, ha subito rapide mutazioni che ne hanno modificato non solo la composizione demografica, ma anche l’assetto commerciale e la qualità della vita. Negli ultimi decenni, infatti, si sono intensificati i flussi immigratori, vuoi per la vicinanza alla stazione Termini, o per il concentrarsi all’Esquilino delle strutture assistenziali, o per la crisi delle attività commerciali, ed il quartiere ha cambiato faccia, sprofondando a poco a poco nell’abbandono, nel degrado e nella sporcizia.
Sabato 21 novembre nella storica piazza si sono dati appuntamento cittadini comuni, volontari di “Retake Roma” e operatori Ama per un’iniziativa di tutela del decoro e sensibilizzazione ambientale. Questa mattinata di pulizie straordinarie rientra nel progetto “EsquilinDo”, una settimana di eventi tutti dedicati alla mediazione sociale, che vede Ama al fianco di Retake Roma, I Municipio ed ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri). Armati di pettorine, raschietti e due idropulitrici (gentilmente messe a disposizione da Ama stessa), i volontari hanno rimosso volantini, adesivi, hanno pulito le scritte sui muri e rimosso le ataviche gomme da masticare che deturpavano i marmi della storica piazza, completamente anneriti dal tempo e dall’inquinamento atmosferico, riportandoli finalmente al loro originario colore rossastro (anche grazie alla dimostrazione della ditta Agep che ha dato indicazioni su come proteggere le tonalità di queste antiche pietre). Inoltre si è proceduto anche alla pulizia dell’area giochi per bambini all’interno dei giardini, purtroppo abbandonati a se stessi ed invasi da rifiuti che i volontari pazientemente hanno provveduto a raccogliere.
La fondatrice di “Retake Roma”, Rebecca Spitzmiller, soddisfatta per l’esito della giornata, e soprattutto per la partecipazione di molti, ha dichiarato: “Sono quattro i pilastri che devono collaborare per far funzionare queste azioni di partecipazione: cittadini, istituzioni, commercianti e tutto ciò che rimane tra enti, associazioni, organizzazioni”. Tra i volontari infatti c’era anche il direttore generale di Ama ed un rappresentante del prefetto di Roma di Gabrielli, i quali hanno discusso con Gabriele Discepoli dell’Enpam riguardo le opere di decoro della piazza, intenzionati a riqualificare il quartiere. La decisione unanime di organizzare un incontro ogni terzo mercoledì del mese per non abbandonare a se stessa ed all’incuria la storica piazza (che durante l’estate si trasforma in un’arena cinematografica all’aperto) fa sperare che in futuro, aggirandoci sotto gli antichi portici, non si debbano più ammirare le deturpanti scritte dei vandali o fare lo slalom tra i rifiuti abbandonati e le molteplici bancarelle di cianfrusaglie.