Under ko: la Spagna è di un altro pianeta
Impresa, cuore si sono sprecate tutte le classiche parole che si usano quando le forze in campo sono impari. Ma la realtà è un’altra cosa. Quando si affrontano le rappresentative di un movimento in costante crescita ed di uno morente sotto i colpi di una classe dirigente da barzelletta l’esito è più che scontato
Impresa, cuore si sono sprecate tutte le classiche parole che si usano quando le forze in campo sono impari. Ma la realtà è un’altra cosa. Quando si affrontano le rappresentative di un movimento in costante crescita ed di uno morente sotto i colpi di una classe dirigente da barzelletta l’esito è più che scontato.
Il secondo posto nell’Europeo di categoria è comunque un risultato apprezzabile il cui merito va quasi esclusivamente a Devis Mangia che ha ottenuto il massimo dal materiale a disposizione: buono ma ancora estremamente grezzo. Pronti via e la Spagna mostra tutta la sua superiorità tecnica e tattica. Thiago Alcantara finalizza un perfetto duetto sulla fascia ispirato dal solito Isco e appoggia facile facile in rete. La gara sembra incanalarsi verso l’esito scontato ma dopo appena 4 minuti lancio lungo di Bianchetti per Immobile che controlla e supera De Gea con un pallonetto. I nostri avversari non accusano il colpo e ricominciano a macinare gioco e a creare occasioni. Bardi si supera un paio di volte per negare il raddoppio agli spagnoli. L’Italia ha un sussulto al ventiquattresimo ma Florenzi, ispirato dal solito lancio in profondità, dopo essersi liberato benissimo spara sul portiere dello United. Gli azzurrini provano ad essere corti ma faticano tantissimo a ripartire e quando il pallone è nella nostra trequarti la Spagna ed i suoi palleggiatori fanno veramente paura. Il nuovo vantaggio spagnolo sembra poter arrivare da un momento all’altro ed infatti alla mezz’ora i difensori centrali di Mangia si fanno fregare da un cross senza pretese, il figlio di Mazinho ringrazia e batte Bardi per la seconda volta. L’Italia prova ad alzare il baricentro ma con un avversario dietro la linea del pallone servirebbero i guizzi di Insigne ma il fantasista napoletano è in una condizione fisica inguardabile e non riesce mai a saltare l’uomo. Ci si mette anche il mediocre direttore di gara Jug che al trentasettesimo concede un rigore fin troppo generoso alla Spagna. Dal dischetto va Thiago Alcantera che fa tripletta. Si va al riposo sul 3-1 con la cocente sensazione che la partita sia già finita.{ads1}Nel secondo tempo l’Italia ci prova e i cuccioli di Furie Rosse sembrano già sicuri del titolo. I nostri avversari hanno giocato il quintuplo dei minuti in Champions rispetto agli azzurrini e la differenza di esperienza si vede. I ragazzi di Lopetegui fanno correre quelli di Mangia e a mezz’ora dalla fine la partita sembra non aver già più nulla da dire. La pietra tombale ce la mette Isco che su rigore (stavolta sacrosanto) spiazza Bardi e fa 4-1. All’ottantesimo Borini trafigge De Gea da fuori area e l’Italia spinge con rabbia fino all’ultimo istante del lunghissimo recupero mostrando una forza caratteriale notevole.
La Spagna conferma il titolo vinto due anni fa in Danimarca, il suo tecnico bissa il successo ottenuto lo scorso anno con l’under 19. Per l’Italia un secondo posto più che onorevole ed una finale persa “solo” 4-2 contro i “marziani”, per chi dominava la categoria nei decenni passati è forse la considerazione più amara.