Sale slot a Roma, ecco i numeri

 Il 12% delle sale slot presenti in Italia si trovano proprio nella Capitale. Il boom risale al 2010, basta notare che nel solo quartiere Prenestino hanno aperto ben 36 sale slot, oltre alla grande apertura nei quartieri limitrofi al centro storico come Gianocolense, Ostiense, Pigneto.

Per costruire queste sale slot non si risparmiano nemmeno gli edifici storici: è il caso del Palazzo di Piazza dei Sanniti, ex cinema-teatro del quartiere San Lorenzo, il quale dovrebbe essere trasformato in una sala slot, nonostante la continua lotta dei cittadini per impedirlo. Ma i numeri parlano chiaro: in un Paese che negli ultimi sei anni si trova in una importante crisi, l’unico settore che presenta dati in controtendenza è il settore del gioco d’azzardo; nel 2011 i numeri si aggiravano intorno ai 76,1 milioni di euro l’anno, numero sempre in costante aumento. Per non parlare delle cifre corrispondenti ad ogni cittadino presente sul suolo italiano: risulta infatti che ogni individuo, considerando anche i bambini, spenda l’anno 1250 euro per Gratta e Vinci, lotto, poker, slot machine e scommesse sportive, proprio nel Paese che ha gli stipendi più bassi di tutta Europa.

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A questo dato c’è una spiegazione molto semplice: è una malattia sociale scatenata proprio da questa crisi, dalla mancanza di un lavoro fisso, dalla mancanza di possibilità di migliorare la propria vita con le proprie forze, con il proprio lavoro. L’italiano cerca di cambiare la sua sorte attraverso la fortuna insita nel gioco, quel gioco che non regala niente a nessuno. Si contano almeno sette centri di recupero per giocatori dipendenti, ma molti entrano in un tunnel che impedisce anche di chiedere aiuto. Con questi numeri che potrebbero risollevare lo Stato, viene fuori una sola domanda: i soldi del gioco legale, prodotto dallo Stato, che fine fanno?

di Cristina Battioli

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