Impressionisti: un tête à tête al Vittoriano
Roma. Fino al 7 febbraio 2016, oltre 60 capolavori impressionisti saranno esposti al complesso del Vittoriano nell’ambito della mostra “Dal Musée d’Orsay. Impressionisti. Tête à tête”. I classici paesaggi “en plein air” tanto cari ai “pittori della luce”, lasciano in questa mostra il posto ad autoritratti, ritratti e persino sculture. La scelta delle opere vuole sottolineare l’importanza del ritratto nella cultura impressionista e delineare un intero ambiente culturale, quello della società francese di fine ‘800. Renoir, Degas, Bazille, Rodin, Manet, Cézanne e molti altri impressionisti ci accompagnano, tra mondanità ed intimità, nel loro mondo fatto d’austere famiglie borghesi, aristocratici ed artisti, belle donne in abiti sfarzosi, gentiluomini ed infanzia dorata.
Il percorso della mostra è una passeggiata nel “mode de vie” impressionista in 5 sezioni, precedute dalle biografie degli artisti: personalità molto diverse, ma legate da amicizie, matrimoni ed ideali.
Si inizia con una galleria di ritratti ed autoritratti. Gli impressionisti amano ritrarre se stessi e i loro amici artisti. “L’atelier di Bazille” (1870) ce lo spiega bene: Bazille si dipinge con la tavolozza in mano, accanto a lui Manet guarda una tela in compagnia di Renoir e Monet, circondati dalle loro opere.
Nella sezione “Intimità” ecco “La famiglia Dubourg” ritratta nel 1878 da Fantin-Latour, sembra quasi fissarci dal salotto, consegnandoci scampoli di vita borghese.
Renoir invece immortala la fuggevolezza dell’infanzia e la bellezza della gioventù, ritraendo le figure paffute e rosee di bimbi spensierati e i volti luminosi di donne giunoniche.
Qui la sua celebre “Bambina con cappello di paglia” e “Julie Manet”, nipote di Édouard , che coccola il suo gatto, sorridono per sempre dalle cornici.
Ma è nella sala dedicata alla “Mondanità” che ci si innamora: “Madame Charles Max” di Boldini sembra venirci incontro ancheggiando, vestita di seta argentata. “Nella serra” di Bartholomé, una dama riccamente vestita ci invita nel suo giardino, mentre su ”Il balcone” di Manet (1869) la buona società dell’epoca si mette in mostra.
La mostra chiude con uno sguardo alla “Modernità”: Cézanne e suoi “Donna con caffettiera” e “Il giocatore di carte” (1892) rappresentano infine quella svolta estetica fondata su linee e forme geometriche che preannuncia l’arrivo del cubismo e ci ricordano l’importanza dell’impressionismo per le avanguardie del XIX secolo.