The Book of Negroes, Aminata dalla schiavitù alla libertà
Cinque sterline è quanto vale la vita di Aminata Diallo, la piccola africana rapita da bambina dai trafficanti di schiavi e al centro della storia The Book of Negroes, serie tv presentata nel corso dell’ultima giornata del RomaFictionFest 2015. Dal suo villaggio africano fino al South Carolina, Aminata si troverà a percorrere un lungo viaggio nelle mani dei suoi aguzzini prima, e dei suoi nuovi padroni poi, e a divenire un’indomita donna alle prese con una storia di perdita, coraggio e trionfo. Sei le puntate previste, basate sul best seller di Lawrence Hill Someone knows my name e raccontate da protagonisti del calibro dei premi Oscar Cuba Gooding Jr. e Louis Gossett Jr.
Set di The Book of Negroes sono i mari rigati dal colonialismo di fine Ottocento, un mondo che la ragazza attraverserà nelle sue tappe storiche significative e nella sua quotidianità meno nota, dalla rivoluzione americana a New York, al suo rifugio in nuova Scozia, sino alle giungle della Sierra Leone. Un viaggio che lo spettatore vivrà attraverso gli occhi di una bambina che scopre il mondo per la prima volta, imparando però a riconoscere emozioni e sensazioni quanto mai attuali. Diverse sono le dinamiche, diversi i mari e gli oceani solcati sino ai loro approdi, ma identico è il punto di partenza, l’Africa.
Se il traffico di uomini dell’Ottocento nasce con presupposti certamente diversi e non paragonabili all’emergenza umanitaria contemporanea, il minimo comune denominatore che lega la storia al presente è la mancanza di umanità attraverso cui i viaggi del popolo africano avvengono. Ieri costretti su navi occidentali verso l’America e venduti, oggi manipolati dai loro aguzzini in un traffico che si carica di speranze di nuova vita in Europa. Strappata dalle sue radici, Aminata affronterà negli anni il suo viaggio con un unico scopo, tornare nel suo villaggio, mantenendo al sicuro la propria libertà.