Isabella Ragonese in “Fuori”, la libertà è a tempo determinato
Agnese ha solo ventiquattro ore per godersi la sua libertà a tempo determinato. Gli ultimi quattro anni dei suoi trentacinque li ha vissuti dietro le sbarre, accanto alle compagne di cella. Quando nel giorno del suo compleanno un permesso premio le consente di tornare a respirare la quotidianità lasciata “fuori”, la sua diventa una sfida contro il tempo e contro una realtà che sembra essere rimasta cristallizzata nei suoi difetti più ambigui.
Prodotto da Rai Fiction e Iterfilm per la regia di Anna Negri, il cortometraggio Fuori è ispirato al racconto scritto da Agnese Costagli, finalista del Premio Letterario Goliarda Sapienza “Racconti dal Carcere” 2014, dedicato ai racconti scritti dai detenuti delle carceri italiane. Interpretato da Isabella Ragonese, il corto è, nei suoi tempi, direttamente proporzionale alla varietà di tematiche coinvolte, raccontate attraverso il realismo dei volti che popolano l’atmosfera sospesa e degradata della periferia romana. I fantasmi della droga e della detenzione seguono Agnese nel suo ritorno tra strade e cortili che l’hanno vista crescere e cadere in una vita “sbagliata”, fino a quando, di fronte alla scuola della figlia Zoe, la sua giornata acquisterà nuova luce e rinnovate priorità.
Nato da una produzione tutta al femminile – autrice-detenuta, sceneggiatrici, protagonista, regista e produttrice – Fuori maneggia materiale prezioso come l’incursione nel quotidiano di una realtà difficile e per molti sconosciuta come quella della detenzione, senza però riuscire a valorizzarlo appieno.
Alla produzione va il merito di aver sperimentato coraggiosamente la trattazione di tematiche così delicate in un’atmosfera libera da enfasi e saldamente ancorata al quotidiano, ma spesso questa leggerezza va a discapito della spontaneità cercata. Agnese è genuina, perfettamente disegnata nella tenerezza e nell’ironia con cui legge il mondo esterno, ma a volte sembra mancare quell’approfondimento emotivo di percezioni fisiche e sensoriali. Quante emozioni in più, ad esempio, si sarebbero potute raccontare attraverso il suo volto riguardo la maternità sofferta, sempre mantenendosi fuori dagli arabeschi della retorica, ma con maggior beneficio per un pubblico inconsapevole di tante dinamiche insite all’emotività di un detenuto. “Noi tutti che lo abbiamo visto crediamo che possa diventare una serie”, ha chiosato nel corso della presentazione ufficiale Piera Detassis, coordinatrice artistica del RomaFictionFest. In attesa che le prossime eventuali puntate divengano nuova occasione di approfondimento, il corto sarà trasmesso su Rai 3 il 16 novembre alle 20:10 con replica in seconda serata.