Il Mondo rivolge un occhio di riguardo all’infanzia, con il Messico in prima linea
Oggi, mercoledì 12 giugno, è la Giornata Internazionale contro il lavoro infantile, piaga sociale che colpisce principalmente i Paesi più poveri o in via di sviluppo, come il Messico. Qui più di tre milioni di bambini, la metà dei quali risulta essere minore di 14 anni, sono sottoposti a lavori sottopagati e, spesso, neanche viene loro riconosciuta la minima ricompensa.
Il potere esecutivo federale degli Stati Uniti Messicani ha proposto, a inizio di questa settimana, un decreto che stabilisce l’aumento dell’età minima di ingresso al lavoro a 15 anni, con l’aggiunta della protezione degli adolescenti lavoratori e del totale divieto dell’ingresso in questo mondo ai minori di quest’età. Conseguenza e, allo stesso tempo, causa della piaga dello sfruttamento minorile, che a volte arriva a causare la morte a questa fascia d’età, visti i rischi legati al contatto con oggetti contundenti, utili ai fini di alcuni lavori, o con quelli domestici come pentole bollenti, prodotti chimici, gas, è la mancanza di un sistema educativo efficiente e regolato. A proposito di quest’ultimo tema infatti è stato annunciato, in contemporanea con il decreto richiedente l’aumento dell’età minima d’ingresso al lavoro per gli adolescenti, anche quello emanato dalla Segreteria d’Istruzione Pubblica messicana che implica l’obbligatorietà di frequentare gli studi fino alla scuola media superiore, dunque fino ai 17 anni per il sistema del Paese ispanico, anziché alla secondaria (ovvero le nostre scuole medie).
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L’adolescenza è una tappa della vita fondamentale per un ragazzo, nella quale questi inizia a prendere coscienza della propria essenza, dei propri sogni e a far fronte ai problemi tipici che il duro lavoro della crescita porta con sé: un’adolescenza serena però può avere luogo solo in seguito a un’infanzia altrettanto serena e normale, cosa che per molti bambini, in Paesi come il Messico, non è possibile. Costretti infatti a dover abbandonare la scuola per aiutare la famiglia nei più umili lavori o, talvolta, ad abbinare attività scolastica e lavorativa, questi giovani innocenti si trovano a vivere un’esistenza a metà, divisa tra il mondo al quale dovrebbero appartenere e quello che invece è troppo presto per vivere. A questo punto interviene la OIL (Organizzazione internazionale del Lavoro), OIT in spagnolo, la quale si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, soprattutto nell’ambito del lavoro, e lo fa attraverso la promozione di riforme politiche e impulsando l’eliminazione del lavoro infantile e la protezione di quello adolescenziale. Quest’organizzazione, facente parte delle Nazioni Unite, opera dunque con il fine di dirigere le varie istituzioni governative verso una sensibilizzazione su temi importanti come quello della salvaguardia del lavoro, soprattutto quello infantile e, per il giorno dedicato ufficialmente alla lotta contro il lavoro dei minori, ha anche la possibilità di rendere note le proprie iniziative al riguardo.
Fonti: http://www.eluniversal.com.mx/notas/928765.html; http://www.eluniversal.com.mx/notas/928738.html; http://www.ilo.org/global/about-the-ilo/who-we-are/lang–es/index.htm
di Ilaria Francesca Petta