Tensione tra Libia e Italia: il governo di Tobruk minaccia
Sale la tensione tra la Libia e l’Italia. Il governo libico di Tobruk condanna la violazione delle proprie acque territoriali dopo l’ingresso di tre navi da guerra italiane nei pressi delle coste di Bengasi. Lo si legge in un comunicato del governo sui suoi profili Facebook e Twitter. Ma fonti della Difesa italiana smentiscono categoricamente. «La notizia diffusa da fonti libiche circa la presenza di tre navi italiane nelle acque territoriali libiche è falsa» si legge in una nota del Ministero della Difesa. «Tutte le navi militari italiane presenti nel Mediterraneo operano in acque internazionali rispettando i limiti stabiliti dai trattati» conclude la Difesa.
Intanto la smentita non è bastata a placare l’odio antitaliano che sta montando in Libia, infatti fa sapere l’ Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl) che il cimitero cattolico italiano di Tripoli Hammangi è stato di nuovo devastato. Secondo le ultime informazioni disponibili nel cimitero cattolico di Tripoli riposano i resti di circa 8.000 italiani. Purtroppo non è una notizia nuova, diverse volte il cimitero è stato vandalizzato. L’Airl si è presa cura più volte del restauro del cimitero e si era anche interessata per una possibile traslazione di tutte le salme in Italia. Da quando anche il custode del cimitero, Bruno Dalmasso, è stato costretto a lasciare la città, il controllo sul cimitero si è allentato definitivamente. La comunità libica del quartiere ha sempre protetto e controllato l’ingresso principale, ma un ingresso secondario da tempo rimaneva praticamente aperto. L’attacco al cimitero italiano a Tripoli è stato «simbolico e non e’ espressione di un diffuso sentimento anti-italiano in Libia», così ha assicurato l’ambasciatore Safar. «Non ci sono indicazioni di alcun crescente sentimento anti-italiano in Libia, a prescindere dal coinvolgimento della comunità internazionale nel Paese», ha continuato Safar. Per l’ambasciatore, l’attacco al cimitero Hammangi è stato “simbolico, con l’obiettivo di mandare un messaggio all’interno e al di fuori del Paese.
Intanto il governo libico di Tobruk (quello riconosciuto a livello internazionale) ha avvertito che utilizzerà ogni mezzo per proteggere la sua sovranità. Secondo i media libici i tre mezzi navali farebbero probabilmente parte della forza navale messa in campo dai Paesi Ue per contrastare il traffico di esseri umani verso le coste italiane. L’aviazione libica ha fatto decollare in tarda serata di sabato i suoi caccia militari per monitorare l’attività delle navi da guerra italiane, ha spiegato il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali.
Dopo l’attacco della Libia, con minacce e toni da guerra nei confronti dell’Italia, forse è arrivato il momento che anche il Belpaese inizi ad alzare toni nei confronti del governo di Tobruk, ad esempio per la questione degli scafisti libici che ogni giorno trasportano carichi di esseri umani in Europa, in particolar modo in Italia. Ma sembra proprio che il governo italiano non abbia ancora nessuna voce in capitolo.