“Assolto il tifoso che accese un fumone fuori dall’Olimpico, ma resta il DASPO”
“L’ordinanza di ieri è una lezione di democrazia: indica la strada da seguire nel rapporto con i cittadini”.
E’ questo il commento dell’Avv. Lorenzo Contucci, che si è occupato della difesa di un tifoso GialloRosso accusato di “comportamenti illegali” all’esterno dello stadio Olimpico in occasione di Roma Sassuolo, all’indomani dell’assoluzione da parte del GIP.
La (presunta) colpa? Aver acceso un fumogeno per protestare contro le misure preventive – barriere all’interno della Curva, multe e DASPO – adottate dal Prefetto contro i tifosi romanisti.
Ebbene, le misure adottate sono da ritenersi, secondo Piazzale Clodio “pesantemente discriminatorie e immotivatamente punitive“.
“E’ in atto un’azione troppo veemente nei confronti dei tifosi – dichiara Contucci ai microfoni di Te la do io Tokyo – e lo dice un Giudice, non un Ultrà. Ciò che si vuole criminalizzare e reprimere è lo stesso dissenso. Fare questo non è democratico”.
Molti i passaggi interessanti della motivazione che accompagna la decisione. In particolare, l’Avvocato ne sottolinea due:
innanzitutto, “non c’è mai stato il motivo di allarme“. E questo è fondamentale, visto che il provvedimento è stato giustificato proprio in virtù di un presunto allarme per l’ordine pubblico.
E poi, altro passaggio centrale, le censure del Questore venivano riferire a manifestazioni di dissenso “che possano contagiare altri tifosi”.
In sostanza, dunque, si puniva il dissenso per il dissenso, anche se civile, anche se composto”.
La sentenza in questione non farà giurisprudenza. Ma “è un’Ordinanza e quindi, da ora, potrà essere utile in casi simili. E’ poi un segnale molto importante che ha una rilevanza mediatica. Anche perché il Giudice ‘è sopra’ la Questura: se non ratifica ciò che fa la Questura è una notizia. E’ la politica che adesso deve fare la sua parte. Un input ora può arrivare solo dall’alto. Se qualche parlamentare si svegliasse, le cose potrebbero cambiare. In ogni caso, la normativa che è stata varata dal Governo in proposito probabilmente è anticostituzionale – conclude Contucci – quindi ci rivolgeremo al TAR”.
Arriva, però, in serata una nota della Questura che sembra annunciare la volontà di non arretrare di un passo:
“In merito alla decisione del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma che, come riportato da alcuni quotidiani, avrebbe annullato il DASPO emesso dal Questore di Roma nei confronti di un tifoso giallorosso, responsabile di comportamenti illegali all’esterno dello stadio Olimpico in occasione della gara Roma-Sassuolo, si precisa che tale disposizione, già notificata all’avente diritto, ha riguardato solamente la parte del provvedimento relativa all’obbligo di firma e non il divieto di recarsi allo stadio, dove l’interessato non potrà accedere per cinque anni“.
“Il modello organizzativo dello stadio, voluto dal Questore D’Angelo e condiviso in Prefettura in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica – continua la nota – sta ottenendo i primi risultati, tanto che in questo campionato non sono state rilevate criticità inerenti l’ordine pubblico, la sicurezza degli spettatori o altri comportamenti illeciti che, nel passato, avevano causato pericoli per l’incolumità delle persone“.
Resta da comprendere quali siano i comportamenti illeciti riferibili ai tifosi GialloRossi ai quali si faccia riferimento; soprattutto in virtù del silenzio e dell’assenza di iniziative affini a quelle messe in atto a Roma, su altre piazze recentemente più “calde”, come quella di Torino in cui – si ricorderà – durante l’ultimo derby esplose un petardo all’interno dello Stadio, ferendo 9 tifosi granata.