Tetto contanti a 3000 euro: caos in maggioranza
Con la legge di stabilità, la soglia di utilizzo del contante, abbassata a mille euro dal governo Monti, salirà a tremila euro. Il motivo di questo dietro-front sta nelle dichiarazioni rese dal premier Matteo Renzi a margine di un incontro con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: bisogna sostenere i consumi, «non è non è così che si fa la lotta all’evasione». Secondo il premier, infatti, è necessario dire «basta al terrore, chi fa il furbo lo stronco ma i cittadini per bene non devono essere assediati da un esercito…». I soldi comunque sono tracciati, per questo la proposta che arriverà in parlamento è «riportare i livelli del contante alla media europea», un «piccolo gesto per incentivare i consumi».
L’annuncio scatena le immediate reazioni all’interno della stessa maggioranza: da un lato Angelino Alfano esulta, dall’altro esplode lo sdegno della minoranza Pd. «Elevare il limite per l’uso del contante a tremila euro favorisce i consumi in nero, il riciclaggio, l’evasione e la corruzione». Così scrive Pierluigi Bersani sul suo profilo Facebook. «Con una certa amarezza vorrei chiedermi: ma che messaggio diamo all’Italia e da quale Italia vogliamo il consenso?», aggiunge Bersani. «Non si dica, per favore, che alzando la soglia del contante si favoriscono i consumi. Chi ha da spendere tremila euro per un acquisto, ha sicuramente una carta di credito. Noi incoraggeremo i consumi in nero, il riciclaggio, l’evasione e la corruzione, come è stato certificato da tutte le agenzie, a cominciare dall’agenzia delle entrate». Poi, conclude: «Anch’io sono favorevole ad arrivare alla media europea nell’uso del contante, quando saremo alla media europea nell’uso del contante, nell’evasione, nel nero, nella corruzione. Non possiamo prendere la stessa medicina di chi non ha la malattia. Noi abbiamo una malattia molto seria e si rischierebbero medicine molto serie». Altre accuse alla misura giungono da Roberto Speranza secondo cui la volontà finale sarebbe quella di «allargare le maglie della lotta all’evasione fiscale».
L’affondo arriva dalle parole di Enrico Zanetti su Rossella Orlandi, Direttore dell’Agenzia delle entrate, che in un’intervista a Repubblica, aveva attaccato il numero uno delle Entrate asserendo che se «continua a esternare il suo malessere e a dire che così l’agenzia muore, le dimissioni diventano inevitabili». Zanetti aveva poi avvertito la Orlandi dicendo che «il direttore dell’Agenzia delle Entrate non è il ministro delle Finanze. L’Agenzia deve fare i controlli, non decidere quali. E quando si sceglie una linea, il direttore si adegua ed esegue. Zitti e pedalare. Altrimenti è libero di andare da un’altra parte». Roberto Speranza ha replicato senza mezzi termini: «L’affondo del sottosegretario Zanetti contro l’Agenzia delle entrate è inaccettabile. Ancora un segnale preoccupante che nel governo c’è chi lavora per allargare le maglie della lotta all’evasione fiscale. È il momento che Padoan chiarisca la posizione del governo su un tema così delicato».
Proprio sul tema caldo del tetto contanti è intervenuto il ministro Franceschini. L’innalzamento a 3mila euro «non mi piace, l’ho detto anche in Cdm, dopodiché, com’è giusto che sia, mi sono adeguato alla volontà della maggioranza». E ha sottolineato: «Con Alfano abbiamo discusso più volte, questa volta ha vinto lui».
Ciò che lascia di stucco molti è il repentino cambiamento di posizione del Ministro Padoan in poco meno di un anno. Era il 19 novembre 2014 quando con le sue dichiarazioni tesseva le lodi della limitazione dell’uso del contante, sostenendo che faceva bene ai consumi. Spiegava che tale azione era «motivata dall’esigenza di far emergere l’economia sommersa e aumentare la tracciabilità delle movimentazioni per contrastare il riciclaggio di capitali di provenienza illecita, l’elusione e l’evasione fiscale». Poi, sottolineava il ministro, «bisogna considerare che l’elevato costo della gestione del contante è lo 0,4% di Pil, che diventa lo 0,5% in Italia, pari a circa 8 miliardi di euro l’anno». E quindi: «La limitazione all’uso del contante se parallelamente viene incentivata la moneta elettronica e altri strumenti di pagamento produce prevedibili effetti positivi sui consumi». Misteri della politica nostrana.
Intanto l’annuncio è stato accolto con entusiasmo dalle associazioni del turismo, che vedono tale misura come un avvicinamento alla concorrenza estera e una semplificazione nei rapporti con i turisti stranieri abituati all’estero ad un più ampio utilizzo dei contanti. Dello stesso avviso le associazioni del commercio che, con Confesercenti si spingono a chiedere un ulteriore passo verso l’eliminazione degli scontrini fiscali. Divisi invece i consumatori, con il Codacons che plaude a una misura chiesta da tempo, mentre per Adusbef e Federconsumatori si tratta di una scelta «immotivata e fuori luogo», un «clamoroso ed insensato passo indietro sul fronte della tracciabilità, della legalità e della trasparenza».
@Fedefra85