Fratellino e Sorellina, una fiaba per adulti

E’ cominciata una nuova stagione a Centrale Preneste Teatro, inaugurata quest’anno dallo spettacolo “Fratellino e sorellina” della Compagnia Ruotalibera, con la regia di Tiziana Lucattini. Lo spettacolo, ispirato alla favola omonima dei fratelli Grimm, racconta la storia di un fratello (Massimiliano Frascà) e una sorella (Cora Presezzi) alla presa con i momenti del vivere di tutti i giorni di un bambino: la scuola, l’amicizia, la rivalità, il rapporto con la madre e col padre, la recita scolastica.

Il legame tra i due fratelli, prezioso quanto contrastato, scandisce i passaggi rituali del crescere, allineandosi ad altri momenti quotidiani come quello della scuola o del confronto con i genitori. In questo contesto, quello che sembra un terreno fertile per prevaricazioni ed insicurezze, l’occasione per un costante confronto tra la sorella, dispotica e provocatoria, e il fratello, inconcludente e poco propositivo, rappresenta invece il vero vantaggio competitivo dei due individui.

Alla noncuranza del padre, le raccomandazioni della madre, le difficoltà con i compagni, la coppia risponde sfoderando una compagine affettiva ben collaudata che sfida i canoni esteriori ed anche un po’ estetici del rapporto idilliaco tra fratelli. Lo dimostra la scena finale in cui i due si ricompongono in una piramide umana che metaforicamente rinsalda il loro legame e nella realtà rappresenta solo una strega delle fiabe.

E se non bastasse il dramma della consanguineità, ci sono anche le difficoltà e i momenti di forte attrito con il mondo; in primis il rapporto complicato con la famiglia e il confronto costante con i compagni, che genera una visione tutt’altro che fiabesca sulla fascia d’età che qui è presa in considerazione. E proprio questo aspetto fa di “Fratellino e Sorellina” un lavoro non banale e mai infantile, capace di presentare al pubblico una voce che lavora su vari registri e che fonde elementi adulti con elementi puerili. Alcuni di questi passaggi saranno rimasti per lo più oscuri al pubblico giovane, così come a quello adulto, delineando una dimensione onirica e sognante a metà fra realtà e favola. Altri invece saranno scivolati via con grande immediatezza. Proprio in questa dicotomia, si trova la forza del teatro per ragazzi.