Poli Opposti, elogio all’amore romantico ai tempi di WhatsApp

Un elogio all’amore romantico ai tempi di WhatsApp. Si potrebbe definire così il nuovo film di Max Croci, regista milanese che esordisce sul grande schermo con un lungometraggio carico di miele e dell’aiuto che due attori amati dal pubblico come Sarah Felberbaum e Luca Argentero possono regalare ad un’opera prima. Portamento da cavaliere lui, fascino sofisticato lei (non è un caso che fosse la biondissima principessa di Alessandro Siani ne Il principe Abusivo), riuscirebbe difficile immaginare personaggi più idonei a muoversi in un habitat come quello della commedia romantica di Croci, fatto di baci sotto la pioggia, costumi bon ton e sognanti colonne sonore. C’erano una volta le sophisticated comedy americane, poi è arrivato Poli Opposti ed ha condensato in 85 minuti un frullato di tutte quelle sensazioni.

Un “outing” melenso che del resto è già nel titolo. Claudia Torrini è una donna emancipata che ha cresciuto da sola un figlio, Stefano Parisi un separato novello pronto ricostruirsi una vita. Terapista di coppia lui, agguerrito avvocato divorzista lei, lui cerca di tenere unite coppie in crisi, lei ne asfalta gli ultimi residui di sentimento con la forza di un caterpillar. Una classica battaglia tra sessi con due protagonisti di grande fascino, due poli opposti che inevitabilmente si attraggono. Tra loro, una mangiauomini aggressiva (solo all’apparenza) e destinata a creare confusione. Accanto a loro, Giampaolo Morelli, ormai consacrato a ruoli irresistibilmente buffi, e il piccolo Riccardo Russo, talentuoso nel suo ritorno al cinema dopo l’esordio ne La bellezza del somaro. Poli Opposti è una commedia che regala ossigeno all’uomo contemporaneo, spesso aggressivo ed arrogante, e fa lezione di galateo alle donne, sempre meno aggraziate e ormai (colpevolmente) arrese all’idea che non può più esistere un cavaliere che apra la portiera della macchina. Un viaggio nel romanticismo degli anni Cinquanta che per un’oretta e mezza svilisce il corteggiamento di plastica degli anni Duemila. Due le strade possibili all’uscita della sala: rafforzare il proprio cinismo qualora si sia entrati al cinema da disillusi, oppure assecondare la propria vena sentimentale qualora al cinema si sia entrati in coppia. Il difficile è rimanere indifferenti. E, secondo il regista, lottare contro le leggi della fisica.