Il talento non basta, Nadal elimina Fognini

Vince Nadal, ma gli applausi che piovono giù scroscianti dalle tribune del Centrale sono soprattutto per Fabio Fognini. Che pur perdendo in tre set 7-6, 6-4, 6-4 (2h45’) gioca il miglior tennis della prima settimana di Roland Garros. Eppure con un pizzico di “testa” in più…

 

Il dato più evidente deducibile dai numeri del match, niente di nuovo per i tifosi italiani, è che Fognini è il principale avversario di sé stesso. Persino contro Nadal. E, per inciso, questo già dovrebbe dare la reale dimensione delle potenzialità inespresse (e inesprimibili?) dell’azzurro. 47 colpi vincenti (e che colpi…) vanificati da 58 errori non forzati. Nel bene e nel male il doppio dei valori messi in campo dal tennista maiorchino. Che però rimedia con i suoi marchi di fabbrica, corsa e tenacia, e anche con le giuste dosi di fortuna e di opportunismo. Contro un tizio capace di vincere per sette volte il Roland Garros bisognerebbe capitalizzare al massimo. E vaglielo a spiegare, a Fabio.

La notizia è che nei primi due set il ligure lavora ai fianchi un Nadal leggermente sottotono, bucandolo a ripetizione con l’esplosività del suo rovescio. Lo scoop è che lo spagnolo per un po’ non si raccapezza, e per due volte nello stesso set perde il servizio. Riesce a salvarsi perché l’azzurro non ha continuità. Fognini è una specie di scatola magica, capace di sbalordire con colpi d’antologia, ma incapace di finalizzare le giocate più semplici. In altre parole, il pubblico parigino si spella le mani per l’atleta di casa nostra, ma Nadal riesce puntualmente a “contro-breakkare” e a spuntarla d’un soffio al tie-break.

La sensazione è che l’azzurro abbia perso un’occasione fondamentale per portare il match dalla sua. Anche psicologicamente, perché Nadal gronda sudore, rabbia e paura. Specie quando Fabio accelera col rovescio o quando – incredibile a dirsi – domina gli scambi lunghi coi cambi di ritmo. Poi l’ennesima puntata della serie “Fognini croce & delizia”: è possibile gettare al vento due palle break sul 4-5? Sì. Possibile. E un’occasione sciupata del genere è una sentenza, a meno che non si abbia la forza di recuperare due set al “re della terra rossa”. Fabio non ce l’ha, e cede anche nel terzo, ma non prima di aver spaventato l’avversario rubandogli il servizio sul 5-2. Il colpo di coda arriva a mente sgombra, quando le pressioni si sono allentate. E ne escono giocate sopraffine, degne della “ola” del pubblico. Non bastano però a capovolgere un match già compromesso. Nadal strappa gli ottavi, ma che bravo Fabio!

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