Peppe Giannini: “Non si sa con quale metodo la Roma sia in campo”
“Se faccio il tifoso, vi devo dire che ieri siamo stati sfigati, se faccio un’analisi da allenatore, invece, non posso non dire che non riesco a capire quale metodo di gioco adotti questa squadra”.
Non usa mezzi termini Peppe Giannini – ai microfoni di Te la do io Tokyo – per esprimere la delusione che lo accomuna a tutti i GialloRossi, nel post Leverkusen. Ma si spinge oltre, tentando un’analisi costruttiva in vista dei prossimi, ravvicinatissimi impegni che dovrà affrontare la squadra di Garcia.
“Sabato c’è stata Roma-Empoli e la Roma, a mio modo di vedere, ha regalato all’Empoli 39 minuti in cui hai rischiato di prendere gol.
Non l’ha preso per il livello dell’avversario. Ha tamponato, aspettato il gran colpo di Pjanic e poi, solo allora, la Roma è uscita fuori. Ieri ha regalato 23-24 minuti. Era una Roma monca. A metà campo c’era un dubbio: se giocassero a 3 o a 4.
A 3 non poteva essere, ce ne siamo resi conto, ma solo nel momento in cui il Mister ha spostato Florenzi davanti a Digne, a sinistra, la Roma è diventata più fluida.
Il mio dubbio è che a volte non si sappia con quale metodo la Roma sia in campo.
Se parti col 4-4-2, metti una formazione da 4-4-2!
Sabato ho pure espresso a Garcia i miei dubbi.
Poi se andiamo a vedere i singoli… l’errore del Toro, per esempio… sono errori che poi durante la settimana vengono corretti con i singoli.
Ma la Roma non ha una impronta tattica definita.
Nel momento in cui Garcia ha tolto Salah e ha fatto entrare Iago Falque ho visto una Roma più equilibrata.
Se la squadra soffre meno in quella zona del campo, anche la fase difensiva diventa più facile.
Poi se andiamo a vedere la sfortuna di prendere gol appena metti Dzeko … magari poteva mettere Castan, un terzo difensore… ma il mio appunto rimane sull’aspetto tattico”.
Alla domanda sulla posizione di Pjanic in campo e su come più avanzato sia diventato determinante, Giannini non ha dubbi:
“Perché un giocatore come Pjanic spesso si abbassa molto? A volte per sentirsi più nella gara. E ci può stare. Anche io lo facevo spesso”.
Guardando avanti?
“Con la Fiorentina giocherei con un 4-3-3.
Hai di fronte una squadra innovativa che propone calcio.
Piazzerei due attaccanti larghi e alti, cercando di far preoccupare l’allenatore avversario, di modo che i nostri non siano in affanno nella fase difensiva.
Bisogna creare parità numerica a centro campo. Se c’è parità numerica a centro campo, la Roma spacca tutti”.
Iturbe.
“Se arrivi in serie A, hai delle qualità. Ma il ragazzo non è ancora esploso, non si è ancora consacrato. Parliamo di un giovane che ha qualità interessanti che vanno aspettate e fatte maturare. E’ veloce, ha l’uno contro uno… ma poi a giocare in una grande squadra subentrano altre cose, più di carattere.
A volte a 19 anni non sei maturo. Allora prima lo si manda in giro a prendere qualche schiaffo e poi lo si fa tornare quando è maturato.
Pjanic l’anno scorso veniva criticato e fischiato, ha subìto ma ora è cresciuto.
Florenzi, stessa storia: è tornato con un carattere formato, è un giocatore pronto per certi palcoscenici.
Poi, altri, invece devono andare a maturare in piazze più tranquille.
Un commento sulla rosa della Roma, con particolare occhio alla difesa.
“Diciamo che qualche giocatore non sta rendendo come dovrebbe.
Maicon non so cosa abbia, visto che in panchina ci va [e in campo no – NdR]”.