Il Bugiardo: Goldoni torna al Quirino
Delle numerosissime opere di Goldoni, va in scena dal 13 Ottobre all’1 Novembre al Teatro Quirino “Il Bugiardo”. Lelio, protagonista della vicenda, ritorna da Napoli a Venezia dove incontra una coppia di giovani sorelle e si lancia nel loro corteggiamento. Nel farlo incappa in una serie di impedimenti che cerca di superare infilando una bugia dopo l’altra, racconti ricchissimi e minuziosi che puntano sempre all’assurdità, non bugie bianche ma veri romanzi farseschi.
Nello scorrere della commedia, le storie di Lelio si svolgono come fili di un gomitolo e si riavvolgono in continuazione in un movimento, quello della bugia, che sembra quasi rituale. La storia è condita da tutti i temi cari alla commedia, tra cui il sonetto, l’intrigo, il riconoscimento, lo smascheramento. Lelio, è un personaggio meraviglioso, mai un misero, mai un cattivo, un umano vero così reale nella sua goffagine. Nella splendida cornice di Venezia, che nella garbata scenografia di Chloe Obolenski vive di una luce antiquaria ed elegante, prendono vita i suoi corteggiamenti, i conflitti col padre e le menzogne.
Proprio questo aspetto conquista la regia di Alfredo Arias che scrive in merito alla morale sulle bugie: “Penso che questo giudizio moralistico non è che una facciata di convenienza e che, dietro questa, c’è la gioia di celebrare coloro che osano proporre una visione romanzesca della vita, anche al prezzo di qualche sofferenza, ma meglio una vita gioiosamente sregolata dalla menzogna che l’insopportabile monotonia del quotidiano.” Tutto molto giusto e arguto. Peccato che l’intento rimanga, almeno sembra, incompiuto.
La morale sul personaggio ad esempio è sostituita dalla morale contro il tempo che passa e la violazione delle tradizioni, come quando gli attori in chiave metateatrale si riuniscono per dire che Venezia si è riempita di supermercati e locali, a discapito delle vecchie botteghe artigiane. Questo contribuisce a creare un’atmosfera fatiscente e inerte che avvolge la commedia come una nuvola grigia. Il bugiardo, interpretato da Geppy Gleijeses, non conquista la scena con la sua magniloquenza mentre l’intreccio perde mordente e ritmo nel suo dipanarsi. Le stesse bugie, vero sale della storia, mancano dell’efficacia del racconto, dell’assurdo, diventando semplice corredo dell’opera.