Regolamento di Dublino “superato” dalla Merkel, un po’ in ritardo

Svolta di Angela Merkel sulla Convezione di Dublino. «il regolamento di Dublino è ormai superato», questo ha affermato la cancelliera tedesca all’Europarlamento, così esordendo nel suo discorso in riferimento al regolamento Ue per la gestione dei richiedenti asilo.

 

I TRATTATI DI DUBLINO: Comunemente detto “regolamento di Dublino”, questo trattato multilaterale fu sottoscritto dai Paesi dell’Unione Europea nel 1997 per disciplinare i flussi migratori, più specificatamente le domande dei richiedenti asilo all’interno dell’Ue. Il regolamento ha come principale obiettivo quello di «determinare con rapidità lo Stato membro competente» a rilasciare lo status di rifugiato, così stabilendo in quale Paese il soggetto verrà trasferito. Tale Stato competente al rilascio della domanda di richiedente asilo è ad oggi lo stesso in cui il soggetto ha fatto ingresso nell’Unione. Dal binomio Stato competente-Stato d’accoglienza nasce perciò la querelle politica che ha attraversato la crisi migratoria del 2015. I così detti “Paesi di frontiera” (tra cui l’Italia) hanno mosso ripetutamente perplessità su questo punto, in quanto di fatto impedisce la mobilità dei migranti verso altri paesi Ue geograficamente più fortunati. Un altro punto controverso, invece, è stato rilevato dal Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli il quale ha evidenziato come l’attuale sistema non riesca a garantire una tutela equa, efficace ed efficiente dei diritti legali e del benessere personale dei richiedenti dimostrando come spesso l’applicazione del regolamento abbia ritardato i tempi di presentazione delle domande soffocando i meccanismi di valutazione delle stesse negli stati competenti. In definitiva i tecnicismi di Dublino hanno di fatto reso impossibile un’equa ripartizione dei migranti all’interno degli Stati membri, aspetto di molto accentuatosi nell’ultimo anno con il dipanare della crisi medio-orientale.

 

Così, dopo la sospensione da parte della Germania, il 24 agosto 2015, dei regolamenti per quanto riguardava i profughi siriani e dopo la foto di Aylan annegato davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia, Angela Merkel e Francois Hollande cambiano verso. L’annuncio della Cancelliera e le successive dichiarazioni d’intento del Premier francese lasciano infatti ben sperare che i due Paesi leader d’Europa decidano per una ridiscussione dei patti. Perciò riecheggiano, ormai attese da due anni, le parole di Angela Merkel. Quel «superato» e quel «solo insieme riusciremo a difendere le frontiere» della cancelliera. Così riecheggia la risposta francese al discorso tedesco: «Non si può pretendere che i Paesi di frontiera paghino per tutti». Riecheggia nella testa di chi ha accolto subito, nella testa di chi non seleziona la disperazione, di chi non chiude le frontiere a targhe alterne. Tutto questo riecheggia, stona e schiaffeggia il sacrificio di tanti, ma forse e soprattutto quello di Aylan.

A migrant shouts a slogan as he wears a Tee Shirt with the message, "Open The Way" as he stands on the seawall at the Saint Ludovic border crossing on the Mediterranean Sea between Vintimille, Italy and Menton, France

@FedericaGubinel