Meglio pedofili che omosessuali
Ha quasi dell’incredibile la notizia di un sacerdote che ha, per così dire, giustificato i pedofili. Dopo il coming out, mediaticamente imposto o professato per liberarsi la coscienza, di un sacerdote del Vaticano, che ha pubblicamente dichiarato di essere gay, la notizia che ha fatto scalpore è quella di un altro sacerdote che ha giustificato la pedofilia affermando che «i bambini cercano affetto», ed è molto meglio parlare di un prete pedofilo che di un prete omosessuale. Direi che il sacro e il profano in questa notizia si fondono e addirittura raggiungono livelli paradossali, quasi caricaturali. Alla base di questo terribile scempio c’è la mancanza di tatto, di dare un senso alle cose, c’è l’appellarsi ai soliti luoghi comuni omofobi essendo un “uomo della chiesa”.
Un sacerdote riesce a comprendere la pedofilia perché i bambini non sono considerati anime innocenti ma anime tentatrici, che purtroppo vivono situazioni brutte in famiglia ed è comprensibile che si leghino morbosamente anche ad un prete, insomma non sono poi così vittime, ma un po’, se così si può dire, “se la cercano”. Queste non sono battute satiriche, o pensieri di un ubriaco, ma è il succo di un’intervista rilasciata da un vero e proprio sacerdote, che parla dell’omosessualità come malattia vera e propria e preferisce a quest’ultima la pedofilia, che appunto, come tiene a precisare a volte è fomentata dallo stesso bambino. Sembra un discorso questo tra il grottesco e il surreale ed è inaccettabile; eppure questo sacerdote esiste davvero. Lui è Don Gino Flaim, collaboratore pastorale della chiesa di San Giuseppe e Pio X a Trento, e tutto ciò è il lascito di un’intervista rilasciata ad un programma in onda su La7, “L’aria che tira”. Le sue parole, ovviamente, hanno fatto inorridire la curia, che ha prontamente provveduto a non infangare ulteriormente la sua immagine, costringendo la diocesi di Trento a sospenderlo dal sacerdozio predicato pubblicamente. In questa intervista ha riassunto il suo pensiero con queste parole: «La pedofilia posso capirla, l’omosessualità non so».
Dopo varie domande incalzanti del giornalista, il sacerdote di Trento ha inoltre affermato: «Purtroppo ci sono bambini che cercano affetto, perché non ce l’hanno in casa e magari se trovano qualche prete può anche cedere. E lo capisco». Davvero fa rabbrividire come le povere vittime di abusi sessuali, soprattutto nell’ambiente ecclesiastico dove trapelano notizie di pedofilia giorno dopo giorno, non possano trovare la pace, ma anzi debbano essere vituperati in questa maniera angosciante e addirittura passare da tentatori.
Il sacerdote era stato intervistato dopo il coming out pronunciato dal monsignore polacco Krzysztof Charamsa, che fino a pochi giorni prima era il funzionario della Congregazione per la dottrina della fede. Don Gino afferma addirittura di parlare in base alla sua esperienza, confermando che la colpa della pedofilia nella Chiesa è in buona parte dei bambini che, dunque, sarebbero anche artefici di questo gioco perverso, perché in famiglia non avrebbero affetto. Un’intervista, quella a Don Gino, che lascia davvero senza parole; parlare di pedofilia come normalità, parlare di bambini che richiedono inconsciamente attenzioni sessuali da sacerdoti, parlare di omosessualità come grave malattia, e affermare che la chiesa è un covo di peccatori, ecco perché ci sono molti preti omossessuali, parlare di tutto ciò, davvero non farebbe pensare neanche alla trama di uno degli spettacoli più grotteschi e squallidi del mondo, eppure bisogna capire che esistono anche di questi sacerdoti, purtroppo. L’unico sollievo è che l’Arcidiocesi ha avviato il provvedimento di sospensione per il sacerdote.