America: attentato terroristico, 9 morti.
Proprio così. Di fronte all’ennesima strage autodafé in un piccolo college dell’Oregon c’è chi in America propone di cambiare la denominazione delle stragi di massa in atti di terrorismo interno.
C’è un motivo, tutto simbolico e tutto politico, che non può che impressionare chi non è abituato a dormire con la pistola sotto al cuscino o il mitra nell’armadio: i morti statunitensi per terrorismo dal 2004 al 2013 sono 313, quelli per colpo di arma da fuoco (omicida, accidentale, suicida) sono 316.545. Può quindi risultare più che comprensibile la frustrazione tradita dal Presidente Obama durante il suo discorso al Congresso per riportare i dati della strage di Roseburg, cittadina di soli 22.000 abitanti con un piccolo college, dove pochi giorni fa un giovane americano bianco (subito naturalmente etichettato come folle e squilibrato) ha assassinato 9 persone ed è poi stato ucciso dalle forze di polizia. Non è la prima volta, infatti, che Barack Obama si trova a dover rendere conto di dati simili, ma la quindicesima.
Ben si immagina allora lo sconforto di chi è costretto ad assistere ogni giorno (perché ogni giorno qualcuno muore per una pistolettata in America, ma i più non fanno notizia) a un massacro interno delirante, ed è consapevole di poter limitare nel giro di 24 ore l’impetuosità di questo fiume di sangue con leggi fortemente restrittive, ma non può. Non può perché praticamente l’intero partito Repubblicano (che ora ha la maggioranza del Congresso), e qualche democratico, sono a favore della situazione così com’è. Costoro, spalleggiati e coccolati (prezzolati) in questa missione di civiltà dalla National Rifle Association (la potentissima lobby delle armi che pesa molto in politica), si appellano al principio, sacrosanto (!?), che ogni Americano debba essere libero di avere una propria personale arma da fuoco. Il possesso di un mitra, in altre parole, è un valore da difendere piuttosto che un fenomeno da tenere sotto controllo.
C’è di peggio. In ogni occasione del tipo di Roseburg i commenti dei sostenitori della circolazione indiscriminata di armi si somigliano tristemente: non sono le pistole a uccidere, sono le persone a uccidere. Anzi, si è detto, se quelle persone che sono state uccise da dei folli avessero avuto delle armi si sarebbero potute difendere. Certo, anche i bambini massacrati nel Connecticut (a Sandy Hook) solo due anni fa, naturalmente, si sarebbero potuti mandare a scuola con qualche bomba a mano nello zaino.
L’altro ieri il Presidente Obama, consapevole dell’ovvio decorso della vicenda (scoramento, indignazione, parolone al vento, nessun tipo di riforma restrittiva percorribile vista la composizione del Congresso), dopo un moto di frustrata commozione ha chiesto ai giornali di pubblicare i dati dei morti da arma da fuoco. Il Washington Post ha risposto quasi subito riportando una lettura dei dati del Centers for Disease Control and Prevention: oltre a quanto già detto aggiungiamo che nel solo 2013 i morti sono stati più di 30,000, che la frequenza di sparatorie nelle scuole nel 2015 è stata di un episodio alla settimana, con giorni in cui si è verificata più di una sparatoria in città diverse; che il numero di americani uccisi in America dai propri concittadini è 297 volte superiore a quello del Giappone, 49 volte più alto che in Francia e 33 volte che in Israele. Infine, tra i 46 senatori che avevano votato contro maggiori controlli per il possesso delle armi, 43 avevano ricevuto soldi dalla lobby delle armi nei dieci anni precedenti (per chi ha dei dubbi su come funzioni la democrazia in America).
Alla tesi che tutti questi gesti sono atti di pazzia, Obama ha prontamente replicato che gli Stati Uniti non hanno l’appalto mondiale dei folli, e che nei paesi dove la circolazione delle armi è regolamentata queste cose non succedono. Tuttavia egli stesso è fortemente consapevole di aver le mani legate con questo Congresso, dunque non resta che una soluzione: cambiare il congresso. Parlando dell’impossibilità di una legge restrittiva, sempre nel suo discorso, ha infatti lanciato un appello ai suoi concittadini, più che ai suoi colleghi:
‹‹will require that the American people, individually — whether you are a Democrat or a Republican [or] an independent — when you decide to vote for somebody, are making a determination as to whether this cause of continuing death for innocent people should be a relevant factor in your decision. If you think this is a problem, then you should expect your elected officials to reflect your views››.
La prossima volta che succederà un fatto simile, in altre parole, e il Parlamento americano continuerà a far finta di niente, sentitevi complici. Oppure votate per politici disposti a cambiare questa legge.
Articolo del Washington Post UNO e DUE sui dati riguardo i morti da arma da fuoco e il discorso di Obama.
Ulteriore articolo della CNN sui dati del Centers for Disease Control and Prevention, qui però il riferimento è al 2001 quindi i morti per terrorismo sono ovviamente aumentati di qualche migliaio.