Il lato oscuro della techno: Karenn si esibisce al Goa

È il penultimo appuntamento della stagione per l’organizzazione Goa Ultrabeat: giovedì 16 maggio nel rinomato club capitolino la terra trema a ritmo dei bassi di Karenn. Una serata da veri intenditori, amanti di quel ritmo quadrato, ma mai ordinario, della coppia più ossessiva della techno dei nostri giorni.

Karenn. Il mostro bicefalo. Due Facce. Da un lato Blawan (Jamie Roberts), che, con la sua techno oscura, è uno dei produttori made in England più interessanti di questi ultimi anni, dall’altro Pariah (Arthur Cayzer) e la sua dubstep ibrida, contaminata, potente come mura di suono. Karenn li riunisce sotto un unico nome, con annessa benedizione della Regina. Sono due i dischi usciti per Works the Long Nights, una la serata a noi dedicata. Il dj resident del Goa Club, Giancarlino, nel warm-up spazia tra sperimentalismi e pura techno, aprendo la strada al lato più oscuro, senza compromessi, a tratti crudo della techno detroittiana per definizione. Salgono alla consolle, appositamente preparata per loro al lato della pista, i due dj inglesi, il pubblico carico, pronto a godersi una serata dai beat devastanti. Mixer a 24 canali, Korg Zero Mix, Roland TR 909, effettiera, drum machine analogica e sintetizzatore modulare: una strumentazione impressionante che la coppia maneggia con destrezza. Il risultato è devastante: ondate di techno prog avvolgono la pista, tolgono il fiato; martellanti, militaresche, arrivano in profondità, lì dove dimorano le ombre più oscure e gli adrenalinici bpm tra i 125 e i 135.

Questa serata spazza via ogni dubbio: Karenn è la scelta giusta. È stata la scelta giusta per il penultimo giovedì di Goa Ultrabeat , un giovedì da amare: i due artisti si sono esibiti in un live coinvolgente, esaltante, irresistibilmente ossessivo. Passate al lato oscuro. Sbaglio o avevano anche i biscottini?

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